Mi pare strano che su DeBaser nessuno abbia ancora fatto una recensione su questo disco, per cui mi appresto a farla. Il disco esce nel 1984, dopo quel capolavoro che risponde al nome di "Restless And Wild", quindi nel periodo d'oro della compagine teutonica.
La prima canzone è la title-track. L'incitamento a distruggere il muro di Berlino è evidente sia dal testo che dal video che accompagnò l'uscita della song, ma partiamo con la descrizione del pezzo. Un riff potente di chitarra fa da introduzione alla voce del nanetto Udo Dirkshneider, prima docile e soffocata poi via via più potente fino al ritornello dove la voce è accompagnata dai cori del resto del gruppo. La canzone prosegue in modo piuttosto lineare fino al tiratissimo assolo alla cui fine il coro ripete con voce bassa "Balls To The Wall" e Udo canta con voce delicata? poi i cori cambiano, diventando come da chiesa, la voce del singer cresce e la canzone riparte rabbiosa dal ritornello. Dopo questa apoteosi fatta musica si sente un intro di batteria e di basso che danno inizio a "London Leatherboys". La batteria ha un ritmo quasi militaresco e Udo canta con voce roca. Pare che la canzone finisca com'è iniziata, ma invece no, visto che subito dopo il ritornello il ritmo cambia e arriva l'assolo molto bello e potente, dopodiché il pezzo riparte dal ritornello che viene ripetuto fino alla fine. Non c'è nemmeno un attimo per riprendere fiato che subito attacca "Fight It Back" con un riff selvaggio e aggressivo, dopodiché Udo caccia un bercio e parte serratissima la ritmica. Il pezzo è simile ai precedenti però è comunque molto bello e Stefan Kauffmann tiene il ritmo con il doppio pedale. Poi l'assolo è qualcosa di spettacolare, con armonici artificiali che fanno impazzire.
Il quarto pezzo è "Head Over Heels", che si apre con un basso inquietante. Questo pezzo è più lento dei precedenti ed ha un ritornello molto orecchiabile. Sono proprio i ritornelli la caratteristica principale degli Accept. "Losing More Than You Never Had" è un pezzo irresistibile che si lascia canticchiare. Quando ormai sembra un pezzo ripetitivo un cambio di ritmo sconvolge tale idea e apre le porte ad un breve intermezzo strumentale che riporta al ritornello e alla conclusione del pezzo. Ora c'è il vero e proprio capolavoro del disco: "Love Child"!!!!!!!!! Un riff sparato a mille, una voce aggressiva, un ritornello da Headbanging sfrenato: sono queste le tre caratteristiche che compongono tale pezzo, senza dimenticare l'assolo, che è qualcosa di epico. E' sicuramente in questo tipo di pezzi che gli Accept mostrano il loro meglio. "Turn Me On" e "Loosers And Winners" sono due pezzi come al solito selvaggi, grezzi e potenti con ritornelli da cantare finche non si sparano fuori le tonsille. Ora un arpeggio delicato stravolge tutto: è l'intro di "Guardian Of The Night", che poi parte come tutti gli altri pezzi. Questo è di certo un pezzo bello, però non è tra i migliori del disco.
Ora un lento pulsare di basso apre "Winter Dreams", canzone dolce, lenta e bellissima. Qua gli Accept danno dimostrazione di poter passare da pezzi aggressivi a pezzi più calmi con una disinvoltura davvero disarmante, e Udo ci dona una delle sue prove migliori usando una voce davvero bellissima. Questa è una canzone da ascoltare di inverno davanti al caminetto. Questa è la fine di "Balls To The Wall", disco eccezionale e degno successore di "Restless And Wild". Mi scuso con i lettori se sono stato troppo sintetico nel descrivere alcune canzoni, ma visto che non sono molto differenti tra di loro non ho voluto appesantire la lettura con inutili ed estenuanti descrizioni. Bene, ora vi saluto citando una parte del testo di "Balls To The Wall":
"Too many slaves in this world
Die by torture and pain
Too many people do not see
They're killing themselves, going insane
Too many people do not know
Bondage is over the human race
They believe slaves are always lose
And this fear keeps them down
Watch the damned - God bless ya
They're gonna break the chains
No, you can't stop them - God bless ya
They're coming to get you"
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