Germania, primi anni '90. A differenza di altre band americane, o inglesi, le band tedesche hanno saputo farsi un nome nel panorama HM grazie ad una coerenza musicale come pochi. Parliamo di band come Helloween, Rage, Axxis, Scorpions ( alcuni casi a parte), Running Wild, Edguy, Grave Digger, Gamma Ray. Un gruppo a parte invece, si merita un discorso diverso. Gli Accept, emersi nel 1979 come una delle tantissime, all'epoca, band hard rock che intendevano emergere agli occhi delle case discografiche, il gruppo capitanato da Mr. Udo Dirkschneider si è fatto valere col passare dagli anni, passando da due album seminali fino ad un lento cambiamento nel loro sound, che li portò nell'arco di tempo che va dal 1981, anno di pubblicazione di "Breaker", fino al 1986, anno di pubblicazione di "Russian Roulette", con il quale il gruppo teutonico emerse ancora come una forte istituzione nel genere HM mondiale, ma che vide anche il primo scioglimento del gruppo, causato da litigi interni da parte di David Reece (cantante con cui il gruppo pubblicò "Eat The Heat", primo album senza Udo) e Peter Baltes, bassista della band, che quasi vennero alle mani. In aggiunta, il gruppo capì che senza Udo a capitanare la band, quest'ultima sarebbe probabilmente durata poco. Così, Reece formò i Bangalore Roich, il chitarrista Wolf Hoffmann e il bassista Peter Baltes decisero di sciogliere la band, e Udo formò la sua band solista, per l'appunto gli U.D.O. Nel 1990, ad appena un anno dallo scioglimento, fu pubblicato "Staying A Life", primo album dal vivo della band, che portò ad una riconciliazione fra i membri. Nel 1993, venne pubblicato il primo album della reunion degli Accept, "Objection Overruled", che inutile dirlo, suscitò attorno a sè un alone di curiosità, sul capire se la band avesse commesso un passo falso o un altro capolavoro che potesse essere comparato a quelli degli anni 80'.

L'album si apre con la titletrack, uno dei pezzi più veloci del CD, che si rivela essere una vera mazzata sui denti, le chitarre non accennano a fermarsi, la batteria neanche, e la voce di Udo,che si pensava si fosse ammorbidita, graffia come non mai. Uno dei migliori pezzi dell'album. "I Don't Wanna Be Like You", risulta essere un buon pezzo, un ritornello ben costruito con i soliti cori alla Accept, ed una batteria ben cadenzata. "Protectors of Terror" è praticamente la stessa cosa, anche se il basso emerge come uno dei principali protagonisti, e l'assolo di questo pezzo è meraviglioso. "Slaves To Metal", potrebbe essere usata come anthem negli stadi, visto che è un pezzo che sembra avere qualche influenza AOR, anche se le chitarre graffiano che è un piacere, quasi a ricordarci la titletrack. Con "All Or Nothing" il ritmo comincia a rallentare, con una marcia verso il chorus, in cui esplode il solito coro, orecchiabile, e molto godibile. "Bulletproof", è trascurabile a pare mio, in quanto sembra la copia di "I Don't Wanna Be Like You", anche se nella prima parte delle strofe si ha un rallentamento leggero, che cammuffa alla perfezione la somiglianza. "Amamos La Vida" è un bellissimo lento in cui Udo dà sfoggio alla sua voce anche in ambito soft, dimostrando di non saper solo urlare con la sua voce al vetriolo. Ottima prova di Hoffmann che accompagna con una chitarra acustica la voce di Udo in maniera magistrale. "Sick, Dirty, And Mean" è uno dei pezzi più veloci dell'album, assieme alla titletrack, in cui la voce di Udo sembra rievocare quasi il fastidio del gessetto sulla lavagna, con urletti qua e là e un ritornello veramente efficace. Da segnalare anche in questo caso, l'assolo di Hoffmann, uno dei più veloci e meglio riusciti dell'album, in cui farsi venire i brividi è quasi d'obbligo, talmente grande è la potenza che racchiude. "Donation", è un mid tempo ben costrutio, ma che non spicca bene come pezzo. "Just By My Own", segue la falsa riga di "All Or Nothing", in cui i primi secondi ci ricordano questo pezzo, ma durante l'ascolto, possiamo solo stare in silenzio e constatare la bellezza che Hoffmann riesce a far uscire dalla sua chitarra, in pezzi emozionanti come pochi. "This One's For You" chiude l'album in maniera ottima , con una velocità ben costruita, ed un ritornello esplosivo come pochi,ed un assolo da non fare invidia. Ottima la batteria in questo pezzo, che segue Udo in preda ai suoi urletti in uno stile perfetto.

"Objection Overruled" non ci fa rimpiangere gli Accept dell'era classic,ma un cambiamento nell'aria si sente e non è da poco. Indurimento delle chitarre, le melodie sembrano essersene andate a quel paese, e in certi tratti lo speed metal dell'album sembra trasformarsi in thrash. Questo album fu accolto in maniera positiva sia da critica che da pubblico, e che rimise gli Accept sul podio delle band HM da seguire. Sfortunatamente, questo CD sarà l'unico della seconda reunion ad essere degno di nota, visto che nè il successivo "Death Row", che il successivo "Predator", riusciranno a rievocare gli Accept degli eighties. Tuttavia, la band tornò con grande sfarzo, intenta a riconquistarsi della fama persa in quasi 4 anni di assenza musiscale, e devo dire che ce la fecero assolutamente. In sintesi, se avete amato gli Accept degli anni 80', non esitate ad ascoltare questo disco.

Carico i commenti...  con calma