Il voler cambiare tutto, il dolce sapore della libertà da conquistare anche con il sangue, la rabbia del popolo contro il potente: "Stalingrad" è un vero e proprio inno alla rivoluzione.
Gli Accept ritornano con un album che scaturisce pura energia elettrica da "Hung, Drawn and Quartered" fino a "The Galley". Dieci tracce, più una bonus track, cariche di adrenalina.
La voce spaccavetri di Mark Tornillo, le scariche ad alto voltaggio di Wolf Hoffmann. "Stalingrad" andrebbe ascoltato di prima mattina: mette la carica giusta per cominciare bene la giornata. "Against The World" è l'ideale appena svegli: "Together we stand, thinking with just one mind/ It's us against the world". Pensieri sovversivi alle sei di mattina.
E la rivoluzione continua con, per l'appunto, "Revolution": "They wanna bleed us dry, i think we had enough/ Stand up, join the revolution". Quello degli Accept è un chiaro incitamento alla rivolta, una spinta che solo l'heavy metal sa dare.
Traccia di spicco è sicuramente l'omonima del cd, "Stalingrad": la batteria è un bombardamento a tappeto dal cielo, autentiche bombe sull'ascoltatore alle quali si aggiungono le granate schitarrate da Capitan Hoffmann.
La pace viene raggiunta solo verso la fine, gli ultimi due minuti di "The Galley": un armistizio, una lenta e piacevole chitarra con una leggera batteria accompagnatrice. Dopo ogni tempesta c'è sempre il sereno.
Senza ombra di dubbio, un cd-molotov. Benzina sul fuoco. Unica pecca: a tratti è un pò ripetitivo...
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