Quando si è giovani e ci si unisce in un gruppo è normale dire che ci si trova bene insieme e che non ci si dividerà mai. Col passare del tempo però le cose possono cambiare, e quell'entusiasmo giovanile può andarsene o mutare in qualcos'altro. Così è stato per Damon Albarn che, dopo aver prodotto il best dei Blur, si è lanciato nell'avventura "solista" con il gruppo cartoon dei Gorillaz.

Nel 2002, in attesa dell'album a tre con i Blur, Damon produce un capolavoro straordinario, frutto di ore e ore di "session" con musicisti del Mali, capitanati da Toumani Diabaté e Afel Bocoum. Il capolavoro porta il nome di "Mali Music".

Il tutto inizia con un viaggio per conto della "Oxfam", un'organizzazione nazionale no-profit (che raggruppa la maggior parte delle organizzazioni solidali inglesi), in questa nazione del centro-nord dell'Africa. Damon si immerge totalmente nella cultura di questo paese e, una volta tornato a casa, mette mano alla mole notevole di materiale che ha prodotto, consegnandoci un progetto totalmente perfetto.

Spicca in un'opera che miscela ritmi e suoni dell'Africa con musiche occidentali (un esempio chiaro è "Makelekele") "Sunset Coming On", l'unico brano cantato da Albarn, introdotto dal violino Deza (usato dalle donne di quel posto per ricreare l'animo ai loro uomini) suonato da Bocoum, e la diamonica usata da Albarn per il resto della canzone.

Ma parlare degli altri brani mi sembra superfluo, perché quest'opera è un gioiello, anche di umanità. Sprizza il sentimento di bontà di quest'artista che ha sempre cercato di liberare sè stesso dalla celebrità fine a sè stessa e rinnovarsi completamente (seppure anche i geni qualche volta sbagliano).

"Mali Music" aprirà in un certo senso la strada a "Think Tank", l'ultimo lavoro a oggi dei Blur: infatti si trova il mix delle due esperienze precedenti di Albarn (quest'album appunto e quello dei Gorillaz), sebbene l'Africa sarà un pò più a nord, cioè in Marocco. Compratelo.

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