"Lui crede di meritare la vita eterna
si sdraia sotto un tetto e aspetta il proprio turno
davanti al muro vuoto del salottino buono.
Crede, crede, crede e muore felice"
Semplicemente il ritratto perfetto dell'italiano medio, colui che come amava ripetere il grande Mario Monicelli, vuole sempre qualcuno che pensi al posto suo.
Erigendo barricate degne della Rivoluzione francese del '48, si rinchiude nel suo piccolo mondo, coltivando futili hobby, credendo in frivoli ideali di sicurezza, famiglia e religione.
Eppure nel 2006 c'è ancora chi ha la speranza, o meglio, c'è chi ancora trova la forza per cercare di sovvertire l'ordine delle cose.
E non lo fa aggrappandosi a slogan ormai fatiscenti, ripetuti come un 33 giri incantato, eternamente condannato a ripetere parole ormai prive di ogni significato, ma lo fa analizzando a fondo un sistema marcio che porta centinaia di persone a perder completamente di vista il concetto di libero arbitrio.
Fondamentalismo Hardcore, così è da loro stessi chiamata, la musica degli Affluente.
Band nata nel 1992, autrice di altri 4 Cd prima di "Libera Fame", eppure mai come in questo, emerge la rabbia, la frustrazione suscitata da una società che ormai ha ridotto noi tutti a manichini degni di De Chirico, privandoci in maniera subdola, e per questo ancora peggiore, della volontà di scelta.
"Lo stato non può liberarsi della pretesa di determinare la volontà del singolo,
di speculare e di far conto su essa.
Per lo stato è necessario che nessuno abbia una volontà propria.
Se qualcuno l'avesse lo stato dovrebbe escluderlo.
Se l'avessero tutti si pervenirebbe alla sua abolizione"
Quindi se già avete rinunciato alla vostra volontà propria, al libero arbitrio che distingue l'uomo dalla bestia, in quanto governato dalla ragione e non dall'istinto, potete anche chiudere questa recensione, e tornare ad annuire compiaciuti di fronte alle nuove iniziative dello splendido governo italiano...questo gruppo non PUO' far per voi, non riuscirete ad apprezzarne la qualità dei testi, che mai banali s'intrecciano alla perfezione con la ritmica splendidamente costruita su tempi semplici si, ma tremendamente efficaci per fare da base alle sfuriate vocali del vocalist Marco Cannella (che ha purtroppo abbandonato il progetto ufficialmente nel 2008).
Oltre alle tracce dalle quali ho tratto i due spezzoni di brano sopra citati, "Dentro me" e l'omonima "Libera Fame" (un tributo al poeta Cesare Pavese), il migliore episodio dell'album, nonchè probabilmente una delle migliori canzoni del gruppo è indiscutibilmente "La sovranità del Riso".
"Lo spirito del lavoro deve saper distruggere l'esaltazione del sacrificio del lavoro
l'innata chance del potere di essere obbedito"
Nota ulteriore di merito va alla copertina, l'artwork raffigura il brigante donna Michelina de Cesare, frontalmente nella sua bellezza d'altri tempi, nel retro invece, mutilata e seviziata dall'esercito di liberazione piemontese centoquaranta e rotti anni or sono.
P.S.
Ho avuto anche modo di apprezzarli live, e davvero non hanno deluso le aspettative...davanti a un pubblico composto da un'allegra brigata di 40,50 persone, in un centro sociale della mia zona, sono riusciti a trascinarci come non mai, senza cadere in luoghi comuni, ma con la forza dei loro testi, della loro musica e della rabbia che sono riusciti a trasmetterci, e più che rabbia, almeno personalmente voglia di provare per l'ennesima volta a cambiare le cose.
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