Ieri stavo tornando a casa in motorino sotto un diluvio universale e, inzuppato come una spugna, involontariamente mi sono ritrovato a cantare questa canzone che il mio inconscio aveva sepolto sotto strati e strati di musica colta, impegnata e "seria" sedimentati in anni di ascolti e acquisti vari.

È il mio primo 45 giri acquistato nel lontano 1975, avevo 9 anni e fu il primo tormentone a catturarmi: ero elettrizzato dal non sense, dal ritmo ballabile, dalla lingua incomprensibile e dall'euforia che trasmetteva il personaggio (molto "spinto" nel sottolineare la sua "negritudine" vista allora come un "simpatico diversivo" da personaggio simil-televisivo che altro).
Ricordo che lo ascoltai per tutta l'estate e fu la mia prima esperienza di world-music ante litteram che mi fece rendere conto che la musica era anche altro, era viaggio, conoscenza, esperienza e conoscenza.
Che dire: non so come mai in certe situazioni tornino alla mente questi ritornelli che, ascoltati oggi, possono solo fare tenerezza (se non ci credete procuratevi il film "LA MORTE SOSPESA" dove uno scalatore precipitato nel baratro comincia a "sentire" la canzoncina-tormentone dei Boney M!!).
E' un voto alla tenerezza del ricordo, più che alla qualità intrinseca del brano (una specie di "Don't Worry Be Happy") che nella sua semplicità assesta almeno un riff per me indimenticabile.

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