Cosa ci si può aspettare dopo venticinque anni di onorata carriera dagli Africa Unite? L'ennesimo album di ottimo reggae. Invece qui la musica cambia, eccome se cambia.

Innanzitutto nuova formazione: via i fiati (sì avete capito bene, via i fiati), cambio di bassista e aggiunta di un nuovo tastierista a dare man forte a Madaski. Così nasce “Controlli” che non è un disco reggae nell’accezione classica che si dà al termine, ma è un lavoro fortemente caratterizzato dall’elettronica e in particolar modo dal dub.

Si inizia subito con “The Cage”, un bel brano d’apertura, in cui Bunna torna a cantare in inglese, facendo rivivere così gli Africa dei primi tempi. Si prosegue poi con il singolo Amantide, ottimo esempio di reggaeton ballabile e intelligente al tempo stesso, impreziosito tra l’altro dalla collaborazione con Natasja. A questo punto incontriamo il primo brano cantato da Madaski, tastierista e dubmaster della band. “In Nomine” è un duro attacco contro il finto perbenismo della chiesa cattolica che prosegue poi anche nel brano successivo “Bit Crash”. Il disco scorre poi via piacevole e senza mai nessuna caduta di stile, mescolando sempre ritmi ballabili a testi profondi e ricchi di significati. A tal proposito è da citare “Il Segreto Del Numero Scomparso”, brano che parla della volontà dei più potenti di manipolare le notizie facendo credere al popolo ciò che più gli conviene e “Watch Out”, vero e proprio inno dub.

Chiudono il disco “Vertigine”, bel brano elettronico che vanta la collaborazione dello storico ex leader degli Almamegretta Raiz e una curiosa cover di “Once In A Lifetime” dei Talking Heads. Insomma 'Controlli' è davvero un bel disco che magari farà storcere il naso agli amanti del reggae puro ma sicuramente rimarrà un capitolo importantissimo nella storia degli Africa Unite. Perché se una band dopo venticinque anni riesce ancora a reinventare il proprio sound spiazzando i fan ma rimanendo fedele ai propri principi, allora lasciatemelo dire, è veramente una grande band, senza se e senza ma.

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