Il Giappone, da più di un secolo a questa parte, assorbe qualsiasi tipo di influenza dalla parte occidentale del mondo, riuscendo ugualmente a conservare le proprie tradizioni.
Gli After Dinner rappresentano, in maniera coscienziosa, la complessità e il fascino della terra del sol levante.
Nati ad Osaka per il volere della compositrice e cantante Haco, il progetto After Dinner voleva essere un laboratorio musicale aperto a qualsiasi tipo di esperienza sonora.
"Paradise of Replica" (pubblicato nel 1989) conta la partecipazione di 16 musicisti, provenienti dagli ambienti musicali più disparati, i quali, attraverso l'utilizzo di una caterva di strumenti, contribuiscono in poco meno di mezz'ora nel creare un album avanguardistico e fluttuante.
La forte dissonanza strumentale e vocale ed il forte uso del controtempo si scontrano prepotenetemente con le sonorità tipiche della tradizione nipponica, la stringatezza delle composizioni ricordano il suono sbilenco di un kokyû, scandito da un solerte Kakko: "Paradise of Replica" riesce nel non facilissimo intento di essere fruibile anche da chi non è propriamente avezzo a questa scomposizione dei tempi. Risulta oltremodo divertente cercare di individuare le sonorità a cui si sono ispirati gli After Dinner: innanzitutto salta subito all'orecchio un certo approccio tipico del "Rock in opposition", considerato anche il numero elevato di strumenti usati. Altro elemento evidente è l'"art rock" cabarettistico degli Slapp Happy; le tonalità della voce di Haco non possono che rimembrare quelle di Dagmar Krause. La lista potrebbe risultare particolarmente lunga a secondo delle sensibilità di ciascun ascoltatore.
Come spesso accade chi crea ha anche il diritto di distruggere: il laboratorio chiude per volere della stessa Haco, la quale decide di dedicarsi alla carriera solistica aumentando il suo prestigio in ambito internazionale prendendo parte a molteplici progetti.
"Paradise of Replica" è una collezione di immagini per un orecchio (come diceva qualcuno). L'ukiyo-e perfetto del tardo ventesimo secolo.
Scriveva nel 1662 Asai Ryoi: "Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell'acqua: questo, io chiamo ukiyo".
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