" ci sono solo due cose infinite: l'universo e la stupidità umana, ma sull' universo ho ancora qualche dubbio!" A. Einstein...

...e proprio una bella quantità di stupidi si è pronunciata su questo disco etichettandolo come una trovata pubblicitaria e accusando senza pietà la band di Manuel Agnelli di essersi venduta. Su questo avrei da dire tre cose:

• 1) mi sembra più che lecito e legittimo per una band (a mio parere la miglior rock band italiana) cercare di farsi conoscere da un pubblico estero spesso più preparato e attento di quello italiano.

• 2) l'album è nato da collaborazioni con musicisti e produttori americani che sicuramente avranno influenzato le scelte della band più dei soldi.

• 3) e per terzo la cosa più importante: questo è un grande disco!!! Forse non sarà all' altezza di " Quello che non c'è " (d'altronde non si poteva pretendere un altro capolavoro del genere) ma con le sue atmosfere dolci-amare è veramente interessante.

Testi e arrangiamenti non sono troppo cambiati rispetto a " Ballate Per Piccole Iene" anche se le canzoni tradotte rendono in modo diverso rispetto alla versione italiana: per esempio l'opener, "The Thin White Line", scritta originalmente in inglese (e si sente) risulta ancora più ipnotica e pungente rispetto alla prima versione, mentre "there's many ways" perde valore col perdersi della poesia data dal magnifico testo italiano. Nonostante questi cambi di valori il disco rimane complessivamente equilibrato e molto interessante.

Un'ultima considerazione da fare è sicuramente quella sull'aumento delle qualità tecniche dei componenti della band milanese (aumento già notato in "Quello che Non c'è") al quale hanno sicuramente contribuito gli interventi di musicisti del calibro di Greg Dulli e John Parish.

Carico i commenti...  con calma