Uscito il nuovo album degli Afterhours, vado a riascoltarmene un po' di vecchi. Naturalmente mi fermo sulla loro opera migliore: "Hai Paura Del Buio?"
Ironia corrosiva e cinismo nichilista su un sottofondo di malinconica noia esistenziale pervadono l'atmosfera pungente ma coinvolgente del disco. Rock, pop, ma soprattutto grunge (a mio personale e sindacabile parere l'unica risposta agli anni '90 in Italia insieme ai Massimo Volume). Chitarre fresche, ritmiche minimali, mai troppo "rumore", sempre convinti ed orecchiabili. È sicuramente questa l'arma in più di questo gruppo: le melodie semplici, immediate, basate su pochi accordi suonabili anche davanti a un falò. Il tutto reso sofisticato da una voce spigolosa, da liriche che si avvicinano al sapore "anglosassone": facilità di lettura ed adattamento perfetto alla struttura "canzone", come in Italia non succedeva dai tempi del mai troppo compianto Lucio Battisti (in effetti amava molto scrivere pezzi in inglese...).
Passando alla track list individuiamo il "manifesto del grunge italiano" in "Male Di Miele", preceduta troppo precocemente dal quel capolavoro naif che è "1.9.9.6.". "Rapace" è un canto surreale, immotivata la scelta delle urla arrabbiate: per questo ancor più attraente! "Elymania" è adolescenziale, sintesi di speranze e frustrazioni. "Pelle" è un non-sense di allusioni e dichiarazioni, come può esserlo un amore finito o mai iniziato: è il momento magico dell'album. "Dea", nella sua frenesia è lo spartiacque dell'album. "Senza Finestre" è sperimentale, fluida, perfetta colonna sonora, si collega idealmente al pezzo successivo, "Simbiosi", delicato, irrazionale, acustico disturbo. "Voglio Una Pelle Splendida" è la mia preferita: romantica, armoniosa, riposante, un tocco leggero e via. "Terrorswing" è noise, sincopata, un blues jazzato alla Nick Drake. "Lasciami Leccare L'Adrenalina" è inutile, spezza l'incantesimo. "Punto G" presenta con un lugubre canto gotico l'ignavia della generazione d'oggi: banale ma d'effetto. Con "Veleno" si ritorna al rock puro, schitarrato ed urlato ferocemente. "Come Vorrei" è spensierata e puerile, un carillon per addormentarsi cullati dalla musica (simile in troppo a "She's A Rainbow" dei Rolling Stone). "Questo Pazzo Pazzo Mondo Di Tasse" ripropone l'esperimento noise, cupo e grave. "Musicista Contabile" è la descrizione-attacco al faticoso mestiere dell'artista: immagini deliranti, una canzone inutile ma che piace molto a noi giovani! "Sui Giovani D'Oggi Ci Scatarro Su" spara disprezzo a 180 all'ora, ma il target dell'album entra in contraddizione: comunque bella canzone da pogo! L'album non poteva che chiudersi con una bella e struggente ballata da pomicio, che inspiegabilmente si trasforma in un dissonante rincoglionimento pianistico: "Mi Trovo Nuovo".
Bello sperimentare, ma se non si è capaci, meglio affidarsi ai propri punti di forza...
Il ragazzo che è in me darebbe a quest'album 5 con la lode, l'adulto che sta crescendo gli dà 2=... Media arrotondata per eccesso, perché in fin dei conti ci sono cresciuto con quest'album, e arrivederci a tutti!
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