Agalloch: nome sconosciuto ai più. Nessun dubbio a proferire ciò.
Provengono dall'Oregon, zona intorno a Portland dove si formano nel 1995.
Il misterioso nome scelto viene preso da un albero dal legno duro e resinoso; capace di emanare un forte ed inebriante odore aromatico. Una resina usata come profumo da popolazioni dell'oriente.
Cinque dischi e cinque Ep pubblicati in una carriera che purtroppo si è improvvisamente interrotta nel 2016...e non è finita benissimo tra i membri della band.
Conosciuti in ritardo, partendo dall'ultimo fenomenale lavoro sulla lunga distanza edito nel 2014: The Serpent & The Sphere.
In pochi mesi mi sono documentato, ho recuperato il tempo perso andando ad ascoltare ed apprezzare la discografia al completo.
Non facile la loro classificazione, non facile la Musica proposta dal quartetto americano.
Album ognuno diverso dal precedente.
Spaziano con disarmante disinvoltura dal Black, al Folk, Al Doom Metal.
Canzoni lunghe, in alcuni casi lunghissime come accade in Faustian Echoes che supera i venti minuti. Siamo nel 2012.
Il profetico titolo dell'unico brano dell'Ep ci dice che si fa riferimento al mito del Faust di Goethe.
I testi presi in toto dalla stessa opera teatrale.
Il percorso ha inizio.. è l'ora.
Una gigantesca suite di tenebroso metallo, contentente un numero spropositato di progressioni musicali, di alternanze emotive che hanno reso il suono degli Agalloch così pieno e magistrale e da subito riconoscibile per chi li conosce a fondo. Si spingono ben oltre il raggelante Black Metal degli svedesi Dissection: Post Black in incessante evoluzione - rivoluzione nello scorrere dei minuti, circolarmente. Impietosi ed aspri attacchi di inusitata profondità; partiture acustiche che d'improvviso si fanno strada tra un turbine di note epiche. Momenti placidi, onirici, di solare decadenza; ripartenze armate grazie ai fendenti delle chitarre di Anderson e Haughm, che in un attimo diventano fraseggi di delicata bellezza. Anche la voce cambia di registro, di tono più volte; scream - growl che si trasforma in clean. Ed il cantato assume toni immacolati e purissimi. Sul finire si intravede la luce fioca e pallida; ma sempre di luce si tratta. Il suono sale tra note Progressive "in levare"...e sono le mie montagne a venirmi in mente tra spazi immensi ed irreali silenzi...FALLING SNOW...
Ad Maiora.
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