Alle 23,00 nello storico locale di Palermo I Candelai, Agghiastru apre col suo show di desert folk rock, l'incontro intimo e acustico di Luca Madonia. Agghiastru realizza una delle più convincenti performance degli ultimi anni, complice un'adeguata amplificazione, cura delle luci e un pubblico attento, adulto, e comodamente seduto in poltrona. Nella sala c'è attesa ed elettricità, gli spettatori ormai sanno che il menestrello ama stupire e coinvolgere.
I musicisti fanno il loro ingresso sul palco, Salvador Cusumano dietro i tamburi, Paolo Liberto al basso e Franco Barbata alla chitarra. Il piano, posto al centro dello stage, attende in un elegantissimo velluto nero il pianista siculo che, accesa la bajour posta sullo strumento, intona le note iniziali di PARIA. Tutto lo show, ad esclusione di SARU MANTICI, è incentrato su canzoni estratte da INCANTU. La dolce nenia di TINTATU procede lenta e ammaliante, LA STANZA invita a ballare su ritmi latini, FERRU & FOCU concede vibranti pulsioni rock nel refrain, mentre su CARENNU s'inizia a viaggiare per i siculi deserti psichedelici.
Agghiastru è in gran forma e scherza col pubblico costantemente annunciando i sui brani. I Candelai è notoriamente un ex bordello nel cuore della vecchia Palermo, quale miglior posto per annunciare ROSA che, per chi ancora non lo sapesse, racconta di una prostituta che nel rito dell'iniziazione si prese la verginità di un ragazzino per pochi miseri spiccioli. L'atmosfera è febbrile, perché il maestro selvatico, è proprio il caso di dirlo, musicalmente crea le sue strutture danzanti facendo confluire in esse una moltitudine di influenze ritmiche, quindi ecco che in ROSA da un lento spazzolato si arriva alla conclusione epica e martellata di un tempo acid/rock. Il pubblico gradisce quest'onda tellurica, andare oltre gli schemi, questa anarchia musicale a cui è stato abituato dal nostro cantastorie. E si fa teatro con SARU MANTICI e poi La MORTI, con i tamburi che scandiscono una danza tribale come esorcismo alla morte dalla quale però ahimè non c'è scampo... cinniri t'arridduci o mangiari pi' li vermi è una puttana c'un s'arrenni e pi' ‘sta lotta ‘un ci su armi ("cenere ti ridurrai o mangiare per i vermi, è una puttana che non si arrende e per questa lotta niente armi"). Con l'INCANTU si conclude l'intenso show di stasera.
Agghiastru sussurra sia con la voce che con i tasti per poi sorprendere in un finale crescente e rivelatore di presagi maledetti, e sebbene la quiete arriva puntuale coi versi conclusivi, sarà comunque come un vento che inghiotte con sé ogni parvenza d'incanto.
M. Van Hausen
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