• Voto:
Non partite prevenuti, fidatevi.
Suppongo che chi sta leggendo questa recensione, e contemporaneamente conosce gli Agoraphobic Nosebleed, sa cosa sono soliti partorire... beh, dimenticatevelo per oggi.
Sono tornati sulle scene pochi giorni fa con questo EP intitolato "Arc", comprendente 3 pezzi.
Scott Hull, Jay Randall & Co. hanno pensato che cambiare ogni tanto fa bene. Questo è il primo di una serie di 4 mini album che rappresenterebbe la visione musicale e le influenze personali di ogni membro (in questo caso, i cantanti): il primo membro ad essere interrogato è Kat Katz.
In questo disco figurano teoricamente solo Kat Katz (voce, testi) e il mastermind Scott Hull (musiche).
Come al solito, hanno deciso di punirci: nessuna fucilata mirata a spappolare il cervello però, questa volta la punizione è una tortura lenta, dolorosa e sanguinaria.
I 3 brani sono un'amalgama di sonorità dei territori Doom Metal (e derivati) con vocalità tipiche più del Death Metal.
Influenze Sabbathiane in arrivo tra 3... 2... 1...
"Not A Daughter" sguaina un folgorante riff Sludge, avvolto da quel "non so che" di sporcizia caratteristica di quel sound proveniente dalle paludi. Promette subito bene.
Il cielo diventa nero quando è il turno di "Deathbed", che fa sì che gli ANb sembrino i Burning Witch (forse appena più veloci) per la maggior parte della canzone per poi gridare a pieni polmoni tutto il suo tormento, caricando elettricamente l'atmosfera.
Seguendo quel sentiero buio ci ritroviamo di fronte all'enorme frammento di roccia che è "Gnaw", primi sintomi di bruxismo appena il nostro udito viene a contatto con quel senso di oppressione scatenato dalla cattiveria nichilista sprigionata di questo pezzo. Mai sentito scream/growl più mascolino da parte di una cantante.
Sempre un buonissimo lavoro con la drum machine, che non fa rimpiangere un batterista in carne ed ossa.
Interessante vedere come un gruppo cerchi di innovarsi e tentare nuove sfide, anche in campi musicali apparentemente opposti.
Carico i commenti... con calma
