Una cosa che mi fa sempre un sacco strano, è come nonostante la rete, nonostante Internet, alcuni intrecci della musica del passato rimangono comunque difficili da trovare. Difficili da decifrare.
Si, decifrare. Come ti comporteresti altrimenti davanti ai kanji giapponesi che ti provano a spiegare cosa succedeva la, in Giappone, quando qua in Europa nasceva e si sviluppava, chessò, il movimento progressive?
Ecco, in Giappone (da quello che ho potuto decifrare io che so a malapena l'inglese), è successa una cosa simile a quella che è accaduta a Canterbury. Cioè un nucleo di personaggi che lascia un impronta, un solco che poi loro stessi, con mille progetti e varianti, seguiranno e modelleranno.
Ecco quindi che come a Canterbury sono nati e morti i Wilde Flowers, in Giappone ci sono stati gli April Fool. E' con questo gruppo che alla fine degli anni '60 inizia la carriera musicale di questo Hiro Yanagida; tastierista.
Ora, io non so molto su di lui, so solo che anni fa avevo trovato chissà dove questo disco in download, e ricordo che mi era piaciuto cosi tanto da spingermi a cercarlo poi fisicamente.
L'album è un miscuglio ben proporzionato di Jazz e Rock, quello che si faceva ai tempi, dove ancora non si capiva bene se era l'uno che diventava l'altro o viceversa.
L'apertura è con un tremolante piano elettro, accompagnato dal suono di rilassanti onde del mare. Ma la quiete dura poco, e l'album prende presto il volo.
Tra sintetizzatori impazziti, schegge avanzate dai tasti di Keith Emerson, chitarre grezze, un basso portentoso e addirittura percussioni tribali, il disco gira velocemente nel lettore. E pur lasciando le tastiere al centro di tutto, riesce a non essere un disco di mestiere, ma un intenso viaggio schizofrenico. Un sali scendi vorticoso, una montagna russa lanciata tra i fiori di ciliegio, sospesa tra i mille rami; verso il finale che riprende la tremolante calma iniziale.
Certo, magari non è nulla di nuovo per chi ha già visto e ascoltato gente nostrana come i Perigeo. Ma credo che a volte anche le cose nascoste o poco conosciute possano riservare delle sorprese.
Anche se a nasconderle sono bizzarri caratteri stranieri, e una rete talmente fitta da lasciare passare pochissima luce.
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