„Rollercoasters and Ferris Wheels
You like how it feels
Round and round ‘til you lose yourself in the air”
da “Rollercoasters”
La malattia mentale, compagna della maggior parte degli esseri umani adulti, è il tema del nono album in studio di Aimee Mann.
Quesito: Può un nono album dire qualcosa di nuovo o rivoluzionare la carriera di un(‘) artista? Non so, soprattutto nel caso di Aimee Mann, che in fondo non ha mai proposto qualcosa di differente nel corso della sua ormai ventennale carriera (ma manco di scadente): la cantautrice è infatti sempre rimasta in un territorio tra rock, country e folk accompagnata dalla sua fedele chitarra.
“Mental Illness” è tuttavia un album fatto di undici tracce che ci mostrano una maturità che la Mann non aveva, a parere mio, ancora raggiunto. La malinconia è l’emozione che pernea tutto il disco e lo rende un compagno di viaggio perfetto per la stagione autunnale/invernale. Non ci sono sussulti, è tutto avvolto da un’opaca patina, quel velo che di solito si trova a cavallo tra i ricordi e ciò che crediamo di ricordare, sepolto nella nostra fantasia.
La Mann è una donna che si guarda indietro e si/ci (auto)analizza per la durata dell’intero disco, accompagnata dalla sua fedele chitarra acustica, flebili tocchi di batteria e basso e gentili intrusioni di archi. E così si parla della difficoltà di tenere insieme i cocci della propria esistenza di fronte agli altri anche quando si vorrebbe solo urlare (“Goose Snow Cone”), delle false sicurezze della vita (“Patient Zero”), dei piccoli coping mechanisms che ci servono ad andare avanti (“Good for me”). Il tutto con la brutale onestà di chi ha finalmente capito di non capire nulla della vita.
E se dicevo che questo disco non aggiunge nulla di innovativo nella carriera della Mann, forse sbagliavo. La meta raggiunta da Aimee in questo disco è la capacità di saper dire ciò che si vuole e dirlo a modo proprio, nella semplicità più totale, senza aver bisogno di dimostrare nulla né di aggiungere nulla. Sottrarre fino ad arrivare al nocciolo della propria esistenza e delle proprie doti compositive/comunicative.
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