Dopo quasi due decadi di Metal a tutto tondo, svariate band e tour sulle spalle, una quindicina di dischi, EP e singoli alle spalle, e una piccola "carriera" di recensore ufficiale in cui mi è toccato sorbirmi la peggio merda pur di consegnare un lavoro in tempo, raramente si riesce a rimanere esterrefatti di fronte ad un lavoro in questo ambito.

Non è il caso di "The Dreaming I" degli Akhlys, sorta di uber gruppo Black Metal scoperto puramente per caso sulla bacheca di un amico, in quanto il suddetto disco (e il suo successore, di cui forse parlerò a breve) è forse la miglior uscita che abbia mai sentito in ambito Black Metal da almeno 10 anni a questa parte.

Gelido, oscuro, potente, straziante nella sua (apparente) totale mancanza di appigli melodici di ogni sorta, tecnicamente ineccepibile, sperimentale e oltranzista al punto giusto, insomma, un disco fottutamente perfetto: le atmosfere ambient servono solo da palliativo per una violenza sonora e vocale (il punto forte del disco) a dir poco monumentale, blast beats e accelerazioni senza tregua, tanto da sembrare la colonna sonora di quella che potrebbe essere la dannazione eterna, un inferno estetico, interiore ma visibile, dove non esiste alcuna luce.

Comprato immediatamente assieme a tutta la discografia (sì, io compro ancora i dischi), non me ne sono pentito nemmeno per un secondo, anzi, tuttora lo utilizzo come metro di paragone per qualsiasi altra uscita di genere (e non), un ascolto totalmente al buio vi assicuro fa venire la pelle d'oca.

Questo è il vero Metal: quello che fa ancora paura, le cui urla provengono da dentro, dagli abissi del nostro animo, una dimensione amena che sa regalare attimi di poesia nella follia più lacerante.

10/10

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