Due persone solitarie, melanconiche, tristi e tenaci lottano con composta caparbietà contro un vento gelido che vorrebbe provare a trascinarle e farle volare lontano. E questo subito dopo il loro casuale e miracoloso incontro.

Miracoloso perché Ansa e Olappa hanno già passato la giovinezza e per come sono fatti, per la loro allergia alle parole inutili, alla gente e all'etichetta, sanno che non avranno molte altre occasioni di incontrare qualcuno. Forse nessuna. E così, quando dietro un bicchiere si incontrano per caso in una stralunata ed improbabile serata Karaoke... l'attrazione diventa magnetica.

Il cinema nel mezzo della loro Odissea d'amore è intriso di molteplici temi: in primis un'accusa nei confronti del mercato del lavoro. Miserevole nel pagarti una manciata di euro e subito pronto a rimpiazzarti al primo errore. Lei, povera in canna, ruba dal supermercato merce scaduta destinata comunque al macero; lui invece beve per sopportare le pene di un lavoro pesante da svolgere con macchinari vecchi e malandati. Beve sempre.

I bollettini radio, messi in modo apparentemente casuale, sottolineano l'ostilità della Finlandia alla Russia ed alla guerra nei confronti dell'Ucraina: ogni volta si soffermano enunciando il numero delle vittime civili. I bicchieri svuotati con cadenzato ritmo, praticamente in ogni scena, rimarcano la piaga sociale dell'alcolismo nei Paesi Scandinavi dove per sei mesi la notte è pressoché eterna.

In conclusione è un'opera che mi ha soddisfatto ed è molto più profonda di quanto possa distrattamente apparire: come al solito è riservata a chi apprezza lo stile inconfondibile del regista. Scenografia monastica, pochi personaggi, mille sfumature (come le innumerevoli locandine film d'autore del passato nei bar) e tantissimi magnifici silenzi.

"Foglie al vento" è essenziale e poetico nella sua estrema freddezza e semplicità. Ipnotizza e stordisce con dialoghi secchi, intrisi di un sarcasmo estremo che raggiunge il suo apice all'uscita del cinema quando Olappa fa vedere alla sua bella l'improbabile "I morti non muoiono". Una menzione aa colonna sonora fondamentale nel sapere dare quel ritmo che i dialoghi tolgono e che, con i suoi testi, si cuce addosso alla trama.

Mi perdonerete per la brutalità con cui la chiudo qua... L'opera dura solo 82 minuti e tirarla troppo per le lunghe sarebbe a mio avviso stupido.

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