A volte mi sveglio nella notte, turbato dal suono del silenzio…

Nell’Anno Domini 1999 usciva un videogioco destinato a diventare un culto, a ridefinire gli standard del survival-horror, a diventare un film e ad appassionare milioni di videogiocatori. Buona parte del successo del gioco è merito di un’ambientazione inquietante, una realtà distorta, una dimensione parallela che sembrava volerti legare a sé; merito della grande abilità dei game designer della Konami, ma non solo.

Un'altra importante componente del gioco era la musica: composta da un (allora) sconosciuto Akira Yamaoka, la colonna sonora di 'Silent Hill' ricalca esattamente quello che è il videogioco: un esperienza allucinante, il ritratto di un’incubo notturno, l’urlo disperato dei fantasmi della nostra coscienza. Una chitarra gelida ci introduce nella città delle nebbie: "Silent Hill Main Theme" è un capolavoro; brividi lungo la schiena, l’immagine di una ragazzina e una sola frase… "The fear of blood tends to create fear for the flesh". Benvenuti.

L’album è composto per lo più da tracce dal sapore dark-industrial: melodie malate, voci sospese nel nulla, batteria impazzita. Le tracce sono di breve durata: le più corte durano solo una quindicina di secondi. Magistrale l’uso che Akira fa dell’elettronica e della drum-machine oltre che dei numerosi effetti di fondo che rendono l’ambiente particolarmente disturbante. E così la discesa verso l’inferno inizia, tra una "Killed by Death" ed una "Devil’s Lyric". Avete paura del buio? Allora "Fear of the Dark" non fa per voi. Ma il Paradiso di "My Heaven" non risulta altresì rassicurante. Particolarmente ispirata "I’ll kill you", una fuga precipitosa dalle tenebre urlanti. C’è da notare che le tracce sono sempre alternate tra di loro: ai pezzi dalla spiccata influenza industrial, che nel gioco vengono utilizzati nei momenti più frenetici, si alternano canzoni dark-ambient in cui la paura si fa pressante, soffocante; le atmosfere claustrofobiche sono create tramite l’uso del pianoforte e di un elettronica a base di sintetizzatori. C’è da dire che purtroppo queste sono musiche che nascono per il videogioco, di conseguenza l’ascolto delle stesse estrapolate dal contesto originario perde parte del suo fascino.

Il mio personalissimo consiglio per godervele appieno e di spegnere la luce, sdraiarvi per terra e sentire la paura scorrere sulla vostra pelle. Ma l’album non è solo questo. Vi sono infatti anche dei brani di più facile ascolto, che sono ottimi anche se decontestualizzati, e che personalmente ritengo le migliori canzoni del lotto: in particolare amo la bellissima "Not Tomorrow (Lisa Mutating)", una struggente melodia di chitarra accompagnata da una delicatissima tastiera, l’ideale per descrivere quello che a parer mio è il momento più drammatico di Silent Hill, la morte di Lisa. Ricca di pathos anche "Tears of…" nella quale una chitarra dolcemente sfiorata, un violino divino ed un pianoforte che ha qualcosa di magico si uniscono in una sinfonia malinconica sorretta da una batteria campionata. Da segnalare anche "She", con il suo lungo assolo di chitarra elettrica; la bizzarra ma convincente "Silent Hill (Other Side)" con una melodia dal sapore (quasi) allegro; "Esperandote" è l’unica traccia cantata, una canzone di stampo operistico dal feeling romantico e spagnoleggiante.

Tirando le somme, questo disco è piuttosto impegnativo; le brevi tracce non sono di facile ascolto e risultano piuttosto omogenee tra di loro. Indubbiamente si tratta di un lavoro piuttosto umorale, per cui si sconsiglia l’ascolto “leggero”; ascoltatelo prima di andare a dormire e vi sarete garantiti una notte di incubi.

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