Gli anni settanta vengono ricordati come l'età dell'oro dell'hard rock, della musica progressive e della fusion. Tre correnti musicali decisamente diverse tra loro, ma accomunate dalla ricchezza di grandi musicisti. La maggior popolarità dell'hard rock e del progressive fu purtroppo determinante nell'oscurare, attraverso mostri sacri del calibro di Page, Blackmore e Gilmour, un'intera generazione di chitarristi altrettanto talentuosi come John McLaughlin, John Scofield e Allan Holdsworth.
Non fa eccezione l'italoamericano Al Di Meola. Enfant prodige della chitarra, a soli diciannove anni entra nei Return to Forever di Chick Corea prendendo parte alle registrazioni di tre album di successo (Where Have I Known You Before, No Mystery e Romantic Warrior), per poi intraprendere la carriera solista in seguito allo scioglimento del gruppo nel 1976.
È proprio nel 1976 che Di Meola pubblica il suo primo album, intitolato "Land of the Midnight Sun". Come lo stesso chitarrista affermò, non fu un album semplice per lui, ancora in cerca della propria direzione e incerto nel songwriting, fortemente influenzato dall'esperienza con Chick Corea, il quale compare, sia in veste di autore che di esecutore, nella conclusiva Short Tales of the Black Forest. Non pensiate che l'opera in questione sia una mera appendice a Romantic Warrior: l'impronta di Di Meola, sebbene meno definita che in seguito, si sente, e tre canzoni su sei portano la sua firma.
Avvalendosi della collaborazione dei migliori musicisti dell'epoca, fra cui è doveroso citare Jaco Pastorius, Anthony Jackson, Mingo Lewis e gli ex compagni Stanley Clarke e Lenny White, Di Meola realizza un disco che esalta le sue doti: abile nel cimentarsi in sonate acustiche di stampo classico (Sarabande from Violin Sonata in B Minor di J.S. Bach) e leggiadri esperimenti d'atmosfera (Love Theme from Pictures of the Sea), audace nei brani di autentica fusion, come la title-track e la suite Golden Dawn, in cui spicca il sublime accompagnamento di Pastorius. Sono infatti questi due lunghi brani il nocciolo dell'album, un nocciolo in cui il giovane chitarrista, ancora nel pieno della sua verve elettrica, è libero di dare sfogo al suo genio, attraverso composizioni complesse e articolate, in cui passaggi al limite dello shredding si alternano a quieti momenti di intensa espressività. Rimarcabili anche l'iniziale The Wizard, dall'andatura decisa e marziale, e Short Tales of the Black Forest, un duetto-duello acustico tra la chitarra di Al e il piano di Chick Corea.
Paragonato alle produzioni successive, come il celebre Elegant Gypsy o Splendido Hotel, Land of the Midnight Sun è un album più ingenuo e impetuoso, figlio del suo tempo, con un Di Meola esplosivo ed elettrico, lontano dagli echi mediterranei che lo hanno reso famoso; allo stesso tempo si rivela un tassello fondamentale nel percorso della maturazione di questo straordinario musicista collocandosi, a buon diritto, tra le migliori uscite della grande stagione della fusion.
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