Washington, estate 1972: ha luogo l’ “effrazione” del Watergate. Il giovane e inesperto giornalista Bob Woodward (Robert Redford) deve scrivere un articolo su questa insignificante notizia, quando scopre che a scassinare il palazzo non sono stati dei ladri qualunque.
Qualche giorno dopo la svolta: in un blocchetto di uno degli scassinatori si trova un nome che porta alla Casa Bianca. Senza questo nome, la storia del Watergate sarebbe finita in una bolla di sapone.
Lentamente, Woodward, insieme al suo collega Carl Bernstein (Dustin Hoffman), viene a conoscenza di un assegno di 25 mila dollari intestato dal “comitato di rielezione del presidente Nixon” a uno dei ladri del Watergate.
Da questo momento, conducendo una faticosa ricerca “dal basso”, i due arriveranno a comprendere cosa c’era dietro. Alla fine del film, l’effrazione apparirà solo come una banale “marachella”.
Un film che fece scandalo, e all’epoca indignò anche i democratici. Oggi Moore può tranquillamente fare il suo “Farenheit 451”. Nel 1974, Robert Redford, dopo aver comprato i diritti del libro da cui venne fuori questo film, dovette sudare sette camicie per trovare un produttore. Per molti, ancora oggi, è stato sbagliato raccontare al mondo la sporcizia dietro il Watergate, perché offuscò definitivamente il mito già abbastanza offuscato dell’America.
Ovviamente, chi scrive la pensa diversamente.
Nella sua ricerca, Woodward utilizzerà un informatore passato alla storia: “gola profonda” (Deep Throat). Memorabile la sua frase: “Io non amo la stampa, perché non amo la superficialità”. Questo punto sarà ripreso da Ron Howard in “Frost-Nixon: il duello”.
Alan Pakula dedica anche qualche minuto per descrivere le differenze di carattere tra Woodward e Bernstein, e mostra come, durante la ricerca, i loro caratteri si invertono.
Un capolavoro, ma solo se:
1. Amate la storia politica moderna;
2. Considerate un film come un libro da cui imparare qualcosa;
3. La (noiosa) ricerca della verità vi attrae tanto quanto la verità stessa (come in “Zodiac”).
Altrimenti, lasciate perdere: vi addormentereste.
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