E' una Morissette calma, rilassate e pacata quella giunta all'appuntamento con Havoc and Bright Lights, cresciuta con la maternità e pronta a ricominciare da capo dopo la rottura con la Maverick di Madonna. Lontana dai trentatré milioni di copie di Jagged Little Pill - l'album di debutto più venduto di sempre - dimentica dell'ascetismo indù per l'incompreso Supposed Former Infatuation Junkie e poco disponibile ad un nuovo nudo creativo simil Thank U, Alanis recupera le redini della sua epopea, temporaneamente abbandonate con l'ultimo Flavors of Entanglement, consapevole di non vestire più i panni della ribelle adolescente canadese alternativa post-grunge e di fare ormai rotta verso la nicchia delle cantautrici di qualità prive di una mastodontica copertura commercial-mediatica degna delle "sgualdrinelle" trash pop.
Havoc and Bright Lights, perfetto erede della stramba cacofonia morissettiana dei titoli, fa capolino all'orecchio dell'ascoltatore in quanto curato e raffinato disco pop-rock, magari non monumentale e luminescente rispetto all'epoca d'oro dei Novanta, libera espressione di un'artista che ha scelto la strada della schiettezza, della freschezza e dell'integrità creativa su pentagramma senza concedersi alle assordanti aberrazioni sonore del momento. Chi tenterà di fiutare improbabili guizzi di innovazione e di stravolgimento oppure pretenderà avanguardie e dinamicità pseudo futurista e ribelle rimarrà seriamente deluso: i brani di Havoc sono piccoli tasseli della semplicità fatta a tracklist, caldi, solari, un pizzico malinconici e nostalgici, propugnatori della più classica e genuina tradizione cantautoriale internazionale, oggi largamente soppiantata dall'artificio e dalla vuota, quanto inutile tendenza alla tragressione a tutti i costi.
Dal primo estratto Guardian, piacevole brano rock melodico a climax reiterati, alle fragranti suggestioni elettroniche di Edge of Evolution e, timidamente danzerecce, di Woman Down, il sesto sforzo in studio della Morissette palesa in modo encomiabile la volontà di rimanere con i piedi saldamente a terra, lungi dallo scordare il glorioso passato intrapreso più di vent'anni fa e di proseguire il percorso rettilineo tracciato con le sue ultime produzioni. E alla consueta ridondanza del nome di battesimo del disco si oppone una serie di brani "mono-dicitura": Celebrity è a metà fra l'hard rock e i synth alla Muse, Havoc scivola dolcemente nella piano-ballad d'atmosfera, Numb si inoltra in un coraggioso pop-metal gotico con sfumature grunge e Win And Win regala tutta la meglio morbidezza folk-strumentale.
Scordatevi, dunque, l'Alanis pepatina, birichina e maliziosa nel pieno dell'epoca alternative e della gioventù ribelle: l'artista-mamma di Havoc ha sposato l'autenticità della femminilità "Acqua&Sapone" trasposta per l'occasione nella sala di incisione, partorito un dignitoso gruppetto di canzoni del pop più genuino e verace che ci sia e dimostrato alle anti-dive che la buona musica e un'immagine curata e non plasticosa possono essere più salde, durature e prolifiche di una mega-hit da leoni inferociti della pista da ballo.
Alanis Morissette, Havoc and Bright Lights
Guardian - Woman Down - 'Til You - Celebrity - Empathy - Lens - Spiral - Numb - Havoc - Win And Win - Receive - Edge of Evolution.
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