Permettetemi di partire in quarta, per attirare la vostra attenzione su questa che, per la maggior parte di voi, è una novità assoluta.
Questi Albedo hanno, molto probabilmente, sfornato il miglior disco italiano del 2013. BOOM!
I ragazzi vengono da un esordio completamente autoprodotto (tutto a spese loro, tutti soldi loro, tutta fatica loro) e un secondo lavoro interessante almeno quanto il primo. Il terzo, questo "Lezioni di anatomia", rischia di diventare una bomba per il panorama nostrano. Lo stampo è pop. Ma pop che più pop non si può. Nell'accezione positiva del termine, ovviamente. Il contorto ci riserva arrangiamenti stratosferici, idee luminose, soluzioni colorate, sfaccettature e contaminazioni immense. Originalità da vendere, insomma. Un compendio. Chicca: i titoli portano i nomi di organi e parti del corpo umano (può sembrare ruffiano, vero?).
Il viaggio parte dal "Cuore". Singolo azzeccatissimo, una fuoriserie tirata a lucido, nuova di pacca. Parte la cassa della batteria (ad imitare il battito cardiaco), poi entra l'arpeggio, poi il ritornello. Che vi si incollerà ai neuroni, io vi ho avvertito. Hit del lotto. "Dita" è un altro gioiellino di pregevole fattura, interessantissimo. La coda merita grande attenzione, avvolgente, se ne va in dissolvenza. Di botto veniamo catapultati nell'ambiente acido e scostumato dello "Stomaco". L'intro è un pugno (nello stomaco), il pezzo è brullo, duro come la roccia, è "carne, ossa, sangue", tanto per citare con precisione il testo, anche perchè meglio di così non saprei spiegare. Breve intermezzo di un minuto per riprendere fiato ("Pance") e questo fiato dove finisce? Nei "Polmoni". Brano dal sapore agrodolce, vagamente adolescenziale e spensierato. Anche questo ha una linea vocale e una cadenza talmente trascinante che risulterà virale. Altro spartiacque ("Occhi") e poi ci si imbatte nelle strutture intricate del "Fegato", ti muovi a zig-zag tra le ritmiche di chitarra, per poi finire cullato da una dolce corrente finale. E' il turno della "Schiena", che ti trascina nel mondo dei Radiohead. Episodio per piano e voce, ben riuscito, ottimo per preparare il terreno al congedo finale delle "Gambe", che fanno un gran bel lavoro. Ritornello (manco a dirlo) che ti invoglia a cantare, percussioni efficacissime, a braccetto con sferzate di chitarra ed un testo assai intenso. Applausi.
Scommetto una 5 euro che una volta finito il disco lo farete ripartire da capo. O per lo meno, così è successo a me. Fatemi sapere.
Intanto fate passaparola. Sono bravi. E sono italiani.
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