Questo è un libro silenzioso. Questo è un libro di quelli che, purtroppo, vi segneranno. Vi segnerà proprio perchè è silenzioso.

Le uniche cose che riuscirete ad "ascoltare" da questo libro sono qualche colpo di pistola e qualche urlo, rispettivamente alla fine della prima e della seconda parte. Sono solo due parti, il libro si legge in fretta, è snello e leggero: nessuna descrizione paesaggistica da romanticoni, nessun ritratto particolareggiato e simbolico di personaggi, nessuna azione descritta in pagine di movimenti e fuggi-fuggi.

Semplicemente, la storia di un uomo che si svolge in modo nè particolarmente impulsivo, nè particolarmente riflessivo. In modo passivo. Meursault, il nostro protagonista, è uno. Proprio uno, che così a casaccio non si poteva trovare di meglio, e vive con le ambizioni di ogni "uno" che si rispetti: lavoro, casa, l'obiettivo di una moglie e di una famiglia e poi nulla. Dopo poche pagine la morte della madre, in una casa di riposo nella quale era stata messa dal figlio, non gli fa provare proprio nulla, e con questo "provar nulla" andrà avanti la storia: quello che succede, succede. Anche un omicidio. Un omicidio, che nell'attività dell'esecutore sembra comunque passivo, una sorta di reazione all'ambiente esterno e non di vera volontà.

Un caldo opprimente, un caldo che non avete mai sentito leggendo un libro, che rende l'atmosfera ancor più straniante, pesante, incomprensibile: l'unico momento di lucida attività del protagonista sarà nel finale, e non sarà affatto confortante. Lo straniamento di prima si trasforma in qualcosa di indefinito, dal sapore dolceamaro, nello sguardo perverso di chi ha capito il dramma e ne ride per l'impossibilità di contrastarlo.

Questo è un libro che terrete in libreria, in bella vista. Non perchè volete far vedere ai vostri ospiti quanto siete intellettuale, ma per ricordarvi che questo è un libro, è tutto ciò che vi è contenuto in esso è libresco. Compreso quel silenzio che avete vissuto tante volte e che vi ha messo a disagio più di quanto vogliate ammettere e non avete saputo capirlo, ma ve lo tenete in memoria, che vi brucia e vi tormenta, in una sorta di masochistica accettazione del fatto che ci sia, che sia stato.  Non è il silenzio di quando fate una flatulenza in ascensore, non mi riferisco a quello. 

Quello a cui mi riferisco è il silenzio dell'indifferenza, e lo avete provato nelle situazioni più disparate, non posso dirvi quali. Non è poi così libresco, ma io non posso farvelo capire se non avete prima letto il libro (non mi pare il caso di fare una recensione lunga quanto e più del libro per spiegarla).

In sostanza, non sono riuscito a fare una recensione davvero recensione. Volete sapere com'è lo stile? Asettico, privo di barocchismi e fronzoli letterari. Secco e veloce, pochi dialoghi ed un racconto essenziale. Della trama vi ho già parlato per sommi tratti. Il punto focale, però è tutto lì.

Questo è un libro silenzioso. 

 Tremendamente silenzioso. 

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