(Buongiorno redazione di DeBaser, ho segato via metà recensione, ho sfrondato le parti "scabrose" al fine di farmela pubblicare, spero che questa sia di vostro gradimento, distinti saluti @_@)
Nell'italico panorama di repressione e censura, Alberto Cavallone, non è un regista: è un eroe. Lo definirei un musicista fusion, poiché in lui convivono generi diversissimi, mai ibridati in maniera cosi spavalda e teppista (come un pugno spacca mascella) all'interno del cinematografo: erotismo, surrealismo, documentario e grottesco giocano tra loro e si intrecciano come amanti famelici durante i bagordi della notte. In ogni caso, "Spell Dolce Mattatoio" è una produzione Stefano, di conseguenza il budget risulta irrisorio e la pellicola assume fin da subito i connotati di una genuina amatorialità, un low-fi filmico senza fronzoli con una fotografia da osteria e un anti-dandysmo spudorato: grosso, duro e violento. Siamo storicismi, suvvia... il Nostro si ritrova nel 1977 con l'ennesimo erotico da affrontare, questa volte deve essere eccentrico, bizzarro, deve attirare l'attenzione come il vivido ventaglio spiegato di un pavone. Nelle mani di chiunque altro mestierante il prodotto sarebbe svaccato in una porcheria, come ne abbiamo viste tante, imbottito di immagini sessuali a caso, con una trametta da "pensierini delle scuole elementari aka oggi piove i contadini sono felici"; ma Alberto non era un Tizio qualsiasi: lui aveva delle idee. Aveva delle letture importanti alle spalle, come per esempio il marchese De Sade e anche Bataille, aveva un occhio surreale, più vero, sulle ambizioni sessuali delle persone. Cavallone aveva capito che sono gli organi sessuali a dittatoreggiare sulle più intime inclinazioni dell'essere umano, con sperma nazista e umori vaginali staliniani. La vita sociale, le ideologie, le istituzioni, sono imbastite esclusivamente, cosa anche molto darwiniana, per la finalità ultima: il sesso. Dunque quello da lui dipinto è uno scenario sesso centrico.
Venendo alla trama... la pellicola narra della vita bucolica in un paesino del centro-nord italia, microcosmo, in realtà, che fotografa tutto il "bel paese", dominato dalle figure tetre e mediocri della polizia macha e della chiesa spersonalizzatrice. Il resto del "presepe" è formato da una fiera di mariti ubriaconi, rozzi contadinelli dediti a tutte le sfumature del brutto, mogli inascoltate che anelano ad una resurrezione interiore ma destinate solo ad essere violate, padri che ingravidano le proprie figlie, puttanelle abusate dalla legge e pretazzi simili a boss mafiosi. Il tutto scandito da grottesche feste baccanali, luna park anacronistici e sogni più veri del vero nella migliore tradizione di Bunuel e Fellini. Ho detto Bunuel e Fellini ? Sì, diciamo i due maestri del surreale sul lastrico, tormentati dai debiti di gioco, inaciditi, strafatti, che dormono la notte per strada tra pulci e molestie casuali di qualche maniaco. Ecco cosa è Cavallone, un visionario che non ha niente da perdere e tanto da dire, e che lo dice nel modo più urticante, volgare e sboccato possibile. Ritorniamo alla trama... accade però che questo scenario zombista, di gente rassegnata che si lascia invecchiare e morire, viene scosso da un giovane esterno al paese, un Morrison che attrae come il bagliore di un catarifrangente: lui è il compagno di giochi dei bambini, l' amante altruista per le femmine e l'appagamento sessuale, la valvola di sfogo fisico per mariti gelosi e la vittima nell' ultima e immensa scena della pellicola. Il bamboccio rappresenta, presumo, cioè che dentro di noi è ancora vivo e pulsante, non ancora sopito dai sacchi di sabbia della rassegnazione. Il sipario cala dopo un sacrificio degno della tragedia greca.
Giudizio Finale: nelle nostra squallide categorie mentali ci hanno sempre fatto pensare che il sesso stridesse con l' esistenzialismo, il dolore, la filosofia e che l'immagine di una bella donna in pose sessuali fosse la morte di ogni attività del pensiero. "Da una parte l'amore angelicato e le tematiche alte - dall'altro il porno e i bassi istinti umani". Ebbene, questo ibrido tra erotismo e poesia ha il dono della genuinità, dell' amore verso quello che si vuole comunicare, ha la purezza che una tediosa stronzata universitaria non avrà mai. Il porno esistenziale rappresenta forse uno degli sbocchi cinematografici più intimi e innovativi che ci potessimo anche solo immaginare. Cavallone, ci ha regalato due perle (questo e l' ottimo Blue Movie) e per il resto una filmografia difettosa, sbandata, a volte pure scarsa e di genere, ma ha di fatto aperto con quelle due opere un mondo nuovo ed esotico di fare cinema.
Ps: Doverosa la lettura di Sade e Bataille per intuire meglio quest'opera.
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