Intorno a Neige, carismatica ed eccentrica figura, ruota un vario gruppo di band, i cui lavori, grazie all'originalità e all'unicità, riescono ad emergere e a distinguersi all'interno dell'affollato panorama musicale europeo e non solo: ricordiamo i "medievaleggianti" e cattivi Peste Noire, oppure i moderni e pessimisti Amesoeurs, il duo dal nome Lantlôs, i malinconici Mortifera, i melodici ed oscuri Phest oppure i poco conosciuti Valfunde. Ma l'album in questione appartiene ad Alcest, progetto intimo e personale del leader, cantante e polistrumentista, che prevale grazie alla sua profonda particolarità sugli altri progetti di Neige.
Alcest nasce nel 2000 con il grezzo demotape "Tristesse Hivernale" in cui le sonorità aggressive e veloci del Raw Black Metal e lo scream lacerante di Neige si fondono ad alcuni stacchi acustici creando così un muro di suono gelido e opaco. Le vere capacità musicali e la grandezza artistica del leader però vengono pienamente alla luce nello splendido EP "Le Secret" pubblicato nel 2005, dalle sonorità Black Metal e Shoegaze, e nel successivo etereo e magico "Souvenirs d'un Autre Monde", frammento di un mondo interiore, un'isola nascosta di quiete e serenità, in cui si celano i ricordi e le visioni del piccolo Stéphane. Nel Marzo 2010 esce il tanto atteso "Écailles De Lune" che rappresenta un vero e proprio taglio tra i due lavori precedenti; non vi è alcuna regressione o evoluzione: con questo lavoro nasce un nuovo Alcest più adulto, pessimista, nostalgico del mondo da sogno e insofferente verso questa esistenza.
Già la copertina di questo grande lavoro ci introduce verso un mondo ancora ancorato ad immagini fiabesche. Il piccolo Stéphane, diventato grande, guarda il Cielo, la Luna, il mare e desidera ancora una volta elevarsi verso un altro mondo, verso l' "Idéal" in cui il suo spirito possa trovare conforto dal "mal di vivere"; ma ormai il tempo dei sogni, delle fantasie è passato. Restano solo la nostalgia, il desiderio e l'amarezza. Nell'introspettivo "Écailles de Lune" troviamo complesse trame Post Rock/Shoegaze, ma anche elementi prettamente Black, come lo scream e il blast beat: arie e paesaggi meravigliosi oltre i quali sorge però un territorio cupo, freddo e malinconico.
L'esempio di ciò ci è dato dalla notturna title-track, divisa in 2 parti, in cui domina questo senso di disincanto e frustrazione. "Écailles de Lune Pt. I" presenta sia una lunga sezione morbida e incantata nella prima metà, sia un' accelerazione strumentale verso la fine, accennando a quella che sarà la seconda parte del brano.
"Écailles de Lune Pt. II" si apre con un "celestiale" e "marittimo" arpeggio che si culla nelle onde del mare per essere poi interrotto da riff più tendenti al Black; infatti subito dopo si fanno strada le chitarre "nervose" e imprevedibili, più taglienti, la batteria aggressiva e il canto che si trasforma in un sofferto scream. Riprende poi a metà brano quella calma iniziale alla quale si aggancia il canto pulito e dolente di Neige. L'intera traccia è quindi caratterizzata da riprese, scatti improvvisi, attimi di furia e rabbia ed altri di pausa e calma. Un'affascinante chiaroscuro che ammalia e conquista l'ascoltatore sin da subito.
"Percées de Lumière" è aperta da un riff evocativo al quale Neige sceglie ancora una volta di unire il suo scream adirato per poi lasciarsi guidare dalle emozioni nella seconda parte della canzone. Senza dubbio questa è la traccia più tirata basata su un andamento melodico incalzante ed energico, e sull'urlo lancinante di Neige che si inserisce perfettamente nel contesto del brano.
"Abysses" della durata di 1 minuto e 47 secondi è la traccia più breve di tutto l'album. Nonostante la sua semplicità è un brano molto atmosferico con effetti sonori astratti, che divide il lavoro in due parti ben distinte. L'intermezzo, dalle influenze ambient, ci fa immergere completamente nelle profondità marine dai colori bluastri splendidamente anticipati dalla particolare copertina.
"Solar Song" ricorda le sonorità eteree di "Souvenirs d'un Autre Monde". In questa canzone la voce, o meglio i vocalizzi di Neige dolci, angelici ed evocativi sembrano volare verso il Cielo su una melodia molto positiva e con ancora un po' di speranza, in cui le chitarre sempre cariche sembrano però distendersi insieme ad una batteria più lenta che accompagna il tutto.
Incantevole la conclusiva "Sur l'Océan Couleur de Fer", su cui si spegne l'album, adagiata sui versi dell'omonima poesia di Paul-Jean Toulet (1867-1920) pacatamente cantata. Questo brano riesce a crescere di ascolto in ascolto, e in esso Neige non fa altro che abbandonarsi alle sensazioni in cui le lente e "liquide" chitarre acustiche si fanno sempre più espressive poi anche grazie all'aiuto della "timida" batteria che pian piano si sfuma fino a fondersi ed a scomparire quasi nella spuma del mare.
Neige grazie alla sua forte sensibilità è capace di prendere un'immagine e di farla sua, interiorizzarla, rielaborarla e, infine, trasformarla in un'opera d'arte difficile da dimenticare. "Écailles de Lune" è proprio un'opera d'arte, come i suoi 2 predecessori, in cui regna ancora la magia e la qualità del progetto viene ancora una volta confermata grazie a composizioni di buon livello e a momenti melodici di grande valore, sia nelle situazioni più impetuose che in quelle più riflessive, che segnano in maniera profonda anche i pezzi "minori" di questo lavoro, lasciando all'ascoltatore sempre qualcosa.
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