EL topo non è il topo ma la talpa.
La talpa vive sottoterra ma se vede la luce del sole resta accecata.
Difficile parlare di questo film di Jodorowski.
C’è questo pistolero che vaga nel deserto in sella al suo cavallo e con un bambino che avrà al massimo 10 anni. Il bambino è tutto nudo ed indossa solo un cappello per proteggersi dal sole.
Il pistolero affronterà a duello, nel suo peregrinare, altri pistoleri, altri “maestri” come lui.
Questa è la prima parte (più lunga).
Nella seconda parte invece c’è una sorta di sciamano che aiuterà una comunità di sub-normali, deformi ed incestuosi, che vivono nel sottosuolo, ad uscire dalle loro tane per metterli in contatto con il mondo in superficie.
È un film di una potenza inusitata.
Ogni scena, ogni sequenza ha un alto valore simbolico, metaforico.
È un’odissea.
È un calderone di mostri, un inferno a cielo aperto, è il deserto.
Non c’è mai distensione, serenità. Dialoghi ridotti all’osso. Accadono cose, continuamente. Cose bizzarre, cose tremende.
La sarabanda di personaggi allucinati non ha precedenti. Dal colonnello “bluff” ai suoi sgherri “cani”, dai due nani, uno senza braccia e l’altro senza gambe che vivono in simbiosi, al pistolero “sciamano gesù” ai Freaks del sottosuolo (questi un precedente ce l’hanno eccome).
Il film è surreale, metafisico, folle, visionario, decisamente weird.
Eppure non c’è mai auto-compiacimento, non c’è mai voglia di stupire ad ogni costo.
Un film ostico, che necessita molteplici visioni, approfondimenti se si vuole “capire”.
Ma stiamo attenti a mettere il capire come priorità perché El topo non parla solo alla tua mente, parla anche ai tuoi sensi ed i sensi, soprattutto in questo caso, è meglio lasciarli a briglia sciolta.
La colonna sonora è magistrale nel fare da contrappunto alle varie sequenze. È stridente, opprimente, feroce, bislacca proprio come la pellicola.
È il 1970 e questo film si pone ai vertici di questo decennio perché è pregno di soluzioni visive e cromatiche tipiche di quel periodo. Ma il decennio è appena iniziato e allora, forse, non è sbagliato affermare che Jodorowski è un pioniere di questa decade. Un marchio, un esempio, un simbolo che verrà seguito, ammirato ed amato in modo quasi religioso.
Il film è scomodo, non può “piacere” anzi ti fa star male ma è senza dubbio un capolavoro, a parere di chi scrive.
Il pistolero è Jodorowski in persona e quel bambinetto nudo è suo figlio.
Jodorowski è ancora vivo, ha 91 anni …e probabilmente è uno dei più grandi artisti degli ultimi 50 anni.
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