In questo inizio d’anno 2015, che, ricordando le date che scrivevo sui miei quaderni delle elementari, mi fa sentire vecchio, Alessandro Ducoli ci regala una manciata di perle. “Divanomachia” si compone di 12 tracce, anche se la sua durata autorizzerebbe a chiamarlo EP. Un disco intimista, di ballad a volte un po’ storte, con il piano che sostituisce la chitarra. L’umore di questo lavoro é malinconico, ma si percepisce una positività di fondo, sembra uno di quei sorrisi che passano dagli occhi e non dalle labbra.
Come evocato dal bel titolo, é un disco di quelli pigri, nati in domeniche di pioggia passate sul divano. Si parla di storie che finiscono, in modo sincero e senza “metafore piangenti”, come dice lui. Di cose vissute, al contrario di molti musicisti che “non portano i segni di ciò che cantano”. Si parla di ricordi e della fine dell’inverno, che ti coglie in modo codardo, così, all’improvviso, con il suo tepore, quando meno te lo aspetti.
Poche parole possono bastare per questo piccolo disco. Andate a vedere Ducoli se potete. Se avrete fortuna potrebbe regalarvi il suo disco. O la sua discografia intera se gli offrite una birra.
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