Alessio Calivi (9 Aprile 1985) è un cantante/autore e musicista originario di Taurianova (RC) .
"Forme e stati" (2009) è il suo primo lavoro in studio, che in 7 tracce propone un suono intenso e cupo, supportato da testi mai banali e malinconicamente coinvolgenti.
Coaudiuvato dal solo Enzo De Masi alla batteria, Alessio da un saggio del suo talento, oltre che con la voce versatile e mutevole, suonando chitarra, basso e synth.
Il risulato è un album complesso e sofferto, prodotto e composto alla grande.
Analizziamo le singole tracce :
1) Si parte subito forte con "Forme e stati", un breve intro di batteria accompagna l'entrata in scena di Alessio, che alterna rabbiosità a dolcezza su un testo che cerca di combattere la solitudine ("sto cercando di ritrovarmi/mi sono perso") sfogando i dispiaceri nell'alcol ("poggiando le mie labbra su un bicchiere non lo tradirò");
2) "Urlo nel bosco" non cambia rotta, il tema portante è ancora la solitudine, di un uomo sofferente e incazzato con il mondo ("sono a brandelli/sono da solo/un viso gonfio/capelli sporchi") che invidia e disprezza la "felicità" altrui ("fanno l'amore davanti ad uno specchio per vedersi meglio/mentre la coscienza fuori applaude quel atto in parte di goduria /in parte di miseria"),dandosi però una speranza per il futuro e ripetendosi che "ci sarà un giorno anche per me".
3) La speranza viene sostenuta anche da "Inganno autentico", il brano melodicamente più morbido del lotto ("la mia mano ruvida cercherà un inganno autentico per capire qual è già la strada per sentirmi unico"), la voce calda e limpida ci racconta di un uomo in cerca di se stesso... Da brividi.
4) Al giro di boa troviamo "Ho scoperto una strada deserta", brano strumentale nel quale vengono ribadite le capacità compositive di Alessio e la bravura dell'ottimo Enzo De Masi alla batteria;
5) "THC" è il capolavoro dell'album: solitudine, incertezza e rabbia in un pezzo da applausi, per usare una metafora calcistica... vale il prezzo del cd!
Da apoteosi la parte finale del brano: uno stacco di batteria e chitarra anticipa un urlo disperato ("ciò che respiro ora non mi risparmierà")
6) "Ad una certa distanza" parte in modo claustrofobico e dannatamente rassegnato ("oggi sono stato ancora una volta prevedibile, la noia che sento ultimamente parla al mio posto"), sembra di sentire Rino Gaetano imbevuto nel Jack Daniel's... ma subito dopo una splendida apertura in stile Subsonica prova a riportare il sereno ("puoi sperimentare l'insoddisfazione giocare a creare un'altra dimensione"); ma due minuti di tetra strumentalità mi fanno capire che non è aria.. e mi riportano sulla terra...
7) ...giusto in tempo per ascoltare l'ultima parte del viaggio, perchè di questo si tratta..
"Ritorno a forme e stati", introdotta da rumori "metropolitani" e con un testo oniricamente perfetto, chiude degnamente questo "semi-concept" sulla solitudine.
Conclusione: talento e sensibilità artistica fuori dal comune su una voce camaleontica e carismatica, mi auguro che non passi inosservato...
Carico i commenti... con calma