Ma se nel Tempo dell’abbandono del potere spirituale agli scienziati e del potere temporale agli industriali.
Se tra la pausa caffè e prima di portare a spasso il bebè, saltellando sulle strisce pedonali a piedi giunti per far presto, avanzasse dico una mezz’oretta scarsa per far fecondare un po' di sana pigrizia, ma cosa si potrebbe ascoltare oggi?
Giusto per tenere un attimo gli occhi socchiusi, le pupille sopite del guerrier, quelle persiane abbassate ed il mondo fuori...rimpiangere quella infantilità di quello spacco vertiginoso, quel fuoco nell’ancheggio di quella Femme, ora però diventata adulta…
( Hype ...)
Alex, dico a te, cosa si potrebbe ascoltare?
Un sonoro silenzio replicò a questa domanda.
Offuscato da riverberi di un pop ambrato alla Deerhunter, dal minimal ed artigianal sound dei Califone, ogni tentativo di far marchette su questo Album venne presto avvolto da una foschia brumosa spessa e densa come i capitoli wave più oscuri della 4AD. La regia di Mr Calder continuava a girare sogni sepolti di cellulosa ondivaga per quella Living Room, inanimati come un deserto del Sahara, mozziconi di sigarette fumanti sparsi nel cotto come carboni ardenti, Harem, incenso mirra e tende speziate di mandragora, tutti assenti, sultani e concubine, un santuario low fi con persiane abbassate tutto il giorno, tappeti persiani e mozziconi di sigarette fumanti per l’eternità, stanze vuote e umide, montagne di VHS di film d’epoca e di documentari sul mondo subacqueo e sommerso.
Postcards from Atlantis & Babylon.
Sfogliando una Rosa, ogni petalo un’illusione, ogni spina una realtà, Strani Sogni dopo una notte più lunga del solito, dei ricordi confusi, bicchieri di Dry Martini e tanto ghiaccio, una ninfa di bellezza ultraterrena, mora ed occhi di ghiaccio, frasi sottili di Paul Eluard sussurrate al suo padiglione tra fumi umidi di sigaretta. Oppure solo un’illusione, forse un fotogramma sospeso di un film con Greta Garbo oppure solo una Latex Love Doll di importazione asiatica and Happy Birthday from Mastercard.
Strani Sogni, su quel palco nel tinello i Pavement in quella tensione indie millenaria, accartocciati nella ragnatela di un ragno gigante, nel cazzeggio imperante di Wowee Zowee, Malkmus in compagnia di nani, giullari, un principe nero di Minneapolis sfinito e frantumato dalla verve della sua musa Vanity e con un debole per le blatte, le cantilene più melanconiche di Lars Von Trier e dei This Mortal Coil, la furia dei Sebadoh che tuonano sulla terra come un Dio furente di Asgard e la cardioaspirina e le Smarties di Grace Slick, tutta una foschia indistinta di ombre e fantasmi che suona allo stesso stesso tempo infantile e spettrale.
Sfumando su una lavagna coordinate sghembe per la creazione di un Pop bello ed impossibile.
Postcards from my Best Ghost Town.
Bramando il nulla, oziando nel crepuscolo di semidei abbandonati dalle nanotecnologie, il Pop di Strange Dreams nella sua identità confusa e nella sua obliquità naturale mira coordinate di danza tremula ed impossibile, sfiata pistoni e valvole di aria compressa facendo precipitare le Charts e le loro figurine in un abisso consumato non solo dalla realtà ma anche dalla materia degli stessi sogni.
E l’illusione.
Degli Amori Infantili.
Dei Canti, dei Baci, dei bouquet floreali.
Il vibrar dei violini, il rosso vino nei boccali
il Paradiso dei Piaceri Furtivi.
Alex !
Alex!!
Sveglia, ti hanno fottuto la MasterCard.
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