Un po' mi spiace che il nome di Alex Chilton abbia bisogno di qualche parola di presentazione per parecchie persone. Quest'uomo chiamato distruzione è stato un personaggio fondamentale della musica rock americana negli ultimi quarant'anni come cantante, compositore, produttore e grande ispiratore di svariati gruppi (i Replacements lo omaggiarono intitolandogli addirittura una canzone nell'album Pleased to meet me).

Dall'enorme successo nelle charts del 1967 da teenager con i Box Tops fino ai sofisticati Big Star, poi grande come scopritore di talenti e collaboratore dei gruppi della rinascita psychobilly come Cramps e Tav Falco. Una carriera solista invece con risultati altalenanti legati anche al troppo amore per la bottiglia e pertanto non all'altezza del personaggio. Ma questo disco del 1995 lo restituisce su buoni livelli, con ottime canzoni di proprio pugno e grandi cover!

Chilton proviene da Memphis e si sente! L'apertura è il grande rythm and blues "Sick and Tired" di Kris Kenner con l'ottima sezione fiati arrangiata da Jim Spake, poi la felina "Devil Girl" che immagino cosa potrebbe essere in mano ai Cramps! L'altro classico R&B "Lies" fa saltare dalla sedia con l'irresistibile refrain delle tre coriste "...lies! lies! lies! always tell me lies!".

C'è spazio per tre grandi covers: " What's Your Sign Girl" a firma del protetto di Barry White, Danny Pearson che cantava in un mirabile falsetto che Chilton cerca di imitare restituendoci quelle grandi atmosfere easy dei Box Tops; il classico e intenso blues di Jimmy Reed "You Don't Have To Go" segnato dalla splendida armonica e infine "New Girl in School" dei Beach Boys con i suoi caratteristici coretti. Gli altri brani a firma di Chilton spaziano dal rock and roll degli anni d'oro di "Boplexity" e "You're looking down " al garage di "Don't go" fino al soul della sofferta interpretazione di "Don't you anymore", con un grande accompagnamento dei fiati alla chitarra del nostro eroe.

Gli unici brani che non mi convincono sono la versione de "Il Ribelle" di Celentano (già, proprio l'Adriano nazionale) e la marcia funebre "It's your funeral", al suono della quale è consentita, anzi consigliabile, la grattatina di rito.

Che mettergli come voto? Ho troppo rispetto e ammirazione per quest'uomo per rifilargli un anonimo tre che non sa ne'di carne e ne'di pesce, il disco scorre via che è una meraviglia e mi fa stare bene (tranne la marcia funebre!). Perciò tre e mezzo!

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