"Ouvre-moi ta porte... Que je t'ouvre le ventre"

E' questa la frase che spicca sulla locandina di "À L'Intérieur", shoccante pellicola francese del 2007.

Una frase diretta, senza mezzi termini, che ci proietta immediatamente nell'orrore a cui assistiamo inebetiti, sconvolti.

"À L'Intérieur" è un film duro come un macigno, a tratti rivoltante e un po' autocompiaciuto nello sfoggio estremo della violenza. E' un film che spaventa però, e spaventa davvero. Alexandre Bustillo e Julien Maury mettono in scena un insopportabile bagno di sangue, costruito intorno ad un soggetto che toccherebbe nel profondo anche il più insensibile degli esseri umani: la donna, la gravidanza. Vedere delle forbici puntate "a pugnale" sul ventre di una ragazza incinta è l'orrore all'ennesima potenza, un atto di desacralizzazione che equivale ad urinare sulla Gioconda o bruciare la bobina di Arancia Meccanica.

Il bello, però, è osare sempre, e i due registi francesi non hanno paura a farlo. Anzi, si spingono fin troppo oltre...
Dalla terribile sequenza iniziale dell'incidente che sfigura la protagonista Alysson Paradis (cognata di Johnny Depp) e la priva dell'amore di un marito, fino all'assedio del demone Béatrice Dalle, pronta a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo: strappare il bimbo dal grembo materno, ad ogni costo, con ogni mezzo. "À L'Intérieur" è un folle mix di violenza splatter e intimismo, sangue e poesia, lontano mille miglia dalle atmosfere adolescenziali di certi horror made in USA e molto vicino alla Nouvelle Vague per l'inquietante realismo. E' un film che ferisce lo spettatore, lo trapassa come lame di coltello e mette alla prova la sua resistenza, ma che, al tempo stesso, è anche capace di colpire per i momenti lirici, i primi piani esasperati, l'inquietante fotografia al chiaroscuro. 

Un film da amare o odiare, insomma, con il rischio di far venire a galla le nostre paure più remote.

(Voto: 4/4,5)

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