La messa su Netflix mi ha portato alla visione di un film cult delle vacanze natalizie e di un cantante e attore davvero dimenticato. La pellicola è Parenti serpenti, del 1992 di Mario Monicelli, e il cantante e attore è Alfredo Cohen, al secolo Alfredo D'Aloisio, classe 1942, nato a Lanciano.
A questo personaggio spettano due primati: aver dato vita, con il compagno Angelo Pezzani al primo movimento omosessuale in Italia, Fuori!, e aver anticipato di tre anni Alexanderplatz di Milva, incisa poi dall'autore Franco Battiato nel 1989.
Se al cinema Alfredo è apparso in soli due film, il succitato e Il marchese del grillo nel 1981, dove interpretava un cantante castrato, la sua carriera discografica consta di appena un Lp e un 45 giri. L'album che vado quindi a recensire è Come barchette dentro un tram, del 1977, prodotto dalla MP e di cui Alfredo fu autore dei testi, ma le musiche furono di Franco Battiato e Giusto Pio, mentre a disegnare la copertina fu Ugo Nespolo.
Ventotto minuti per otto pezzi il cui tema centrale è l'omosessualità. Non a caso il brano di apertura è "I vecchi omosessuali", sostenuta dal violino di Pio e dove Alfredo descrive tutti i vezzi di questi, senza necessariamente dare un giudizio, ma dando un alone di tristezza.
Il secondo brano è "Tremilalire", molto ritmato, dove dopo diversi aggettivi per definire i gay, c'è "castrato" e anche il cinemino di periferia poi ripreso dall'autore della musica nella sua Venezia-Instanbul... "e penso a come cambia in fretta la morale"... Tremilalire è il prezzo che il ragazzo dovrebbe pagare per stare con lui.
La terza canzone è "Signor Pudore", altro trattato degno di Mario Mieli, con la voce bassa parla di un signore con "gambe ben divaricate" e di "passerotti per la via" e "se c'è bambini saran danno". La canzone è un po' a mò di filastrocca.
Quarto brano è "Non ho ricchezze, non ho paesi, non ho tesori, non ho città", dove si elencano anche altre manchevolezze. Alla fine si maledice persino l'amore e persino il sole emette i suoi "bisogni naturali"...
Si gira il 33 giri e troviamo "La mia virilità", uscito anche come 45 giri. Comincia con un arrangiamento "metallico" e si descrivono "muscoli d'acciaio che governano i fianchi dei ragazzi"...
"Edipuccio e i briganti psicanalisti" affronta chiaramente il tema da una prospettiva psicologica. Anche questa a mò di filastrocca parla di padri tutti ammazzati e poi uomini "amati". "Gioca, gioca, Giocasta", colei che Edipo amerà ammazzando Laio... Ma alla fine Giocasta si suicida ed Edipo finirà in galera, letteralmente e metaforicamente.
La traccia che dà il titolo all'album comincia con un sax leggero e il testo è bello quanto contorto. Il sogno di un vecchio cortile di città... nessuna mandola suonerà... "Come barchette dentro un tram" dovrebbe essere la similitudine dell'omosessualità, cioè la carta dove vivere la propria condizione.
"Dolce ragazzo vai, componi prati" parte con un coro femminile, e poi entra la voce di Alfredo che canta di qualcuno che è stato dolce prato o dolce fiore... Anche questo un testo evidentemente di matrice gay, col brano che si chiude con una lunga nota di organo.
Chiude il lavoro "Signor Tenente", omonima della più celebre di Giorgio Faletti. Un bell'arpeggio chitarristico introduce una voce quasi bloccata. I soldati si preparano a sparare col fucile, ra-ta-ra-ta-ta... "Senza vincere battaglie, con la notte che ci dà tutto quello che vogliam". Testo anche questo fin troppo chiaro, soprattutto dopo aver ascoltato i precedenti sette.
In edizioni successive compaiono anche i due brani in origine pubblicati su 45 giri nel 1979: "Roma", che come stile musicale è sulla scia di Legione straniera e Restoration, mentre il testo sembra essere più poetico e lineare; e poi essa, che diventerà Alexanderplatz, ovvero "Valery", dedicata a un transessuale. Il famoso passaggio "spolverare, fare i letti.." appare qui per la prima volta, come la musica del ritornello.
Dopo il 1992 di Parenti serpenti, da dove era cominciato questo scritto, Alfredo si ritirerà a vita privata e morirà a 72 anni nel 2014, probabilmente assassinato, a Tunisi.
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