ALICE COOPER - HEY STOOPID (1991, SONY)

TRACK LIST:

01) HEY STOOPID
02) LOVE’ S A LOADED GUN
03) SNAKEBIT
04) BURNING OUR BED
05) DANGEROUS TONIGHT
06) MIGHT AS WELL BE ON MARS
07) FEED MY FRANKENSTEIN
08) HURRICANE YEARS
09) LITTLE BY LITTLE
10) DIE FOR YOU
11) DIRTY DREAMS
12) WIND UP TOY

Grandioso.

Dovessi limitarmi all’utilizzo di un solo aggettivo per descrivere questo album non avrei alcuna esitazione nel definirlo tale.

Dopo il grande successo di “Trash” (1989), che aveva rilanciato il nome di Alice Cooper in vetta alle classifiche di tutto il mondo, il grande incantatore ci omaggia di un disco superprodotto che a livello di sonorità e tematiche affrontate rappresenta l’ideale evoluzione dei contenuti espressi nel precedente lavoro in studio. Affascinato dal sound proposto da gruppi come Motley Crue, Guns N’ Roses e Cinderella in cui Alice all’ epoca riconosceva i suoi eredi naturali, il leggendario cantante si cala definitivamente nella loro prospettiva, aggiornando la sua formula ed aggiungendo ai succulenti ingredienti mescolati dalle band di cui sopra quel pizzico di grandguignol che da sempre contraddistingue le sue opere. Laddove “Trash” si era posto in evidenza per i numerosi riferimenti al sesso, in “Hey Stoopid” il Nostro dilata il suo raggio d’ azione, trasportando l’ascoltatore in una sorta di incubo in technicolor, dove tutto, specialmente l’incontro con le nostre paure, diviene possibile.

Ascoltare questo disco equivale ad entrare in un gigantesco tunnel dell’orrore: possiamo gridare, avere paura, tremare ma vogliamo andare avanti, scoprire cosa ci aspetta oltre, per poter così concludere, tirare un sospiro di sollievo, rilassarci… e poi ricominciare tutto daccapo. Il songwriting, probabilmente, non può essere accostato allo stile elaborato e pungente caratteristico delle grandi produzioni anni ’70 firmate Alice Cooper (vedi “Love it to Death” , “School’s Out” e “Billion Dollar Babies” ) ma anche questo fa parte del gioco: in “Hey Stoopid” si punta all’ immediatezza, orientandosi verso messaggi ben precisi. E’ questo il caso della titletrack, supportata da un video bellissimo e recentemente definita dallo stesso singer «an Alice Cooper’s version of “We are the world” », in cui Alice esprime tutto il suo sdegno nei confronti dei suicidi di adolescenti, che in troppi imputavano (mi sia concesso, scioccamente) al rock'n’roll. Altri pezzi memorabili dell’album risultano la meravigliosa power ballad “Love’ s a loaded gun”, la pirotecnica “Feed my Frankenstein”, scritta a quattro mani col rude Zodiac Mindwarp (e presente nella colonna sonora del film “Wayne’ s World” -“ Fusi di testa” -, in cui anche Alice si materializza in una parodia di sé stesso), la sognante “Die for you” e le più sostenute “Dirty Dreams”, “Little by little” e “Snakebite”, ascoltata come accompagnamento alla sigla di presentazione della serie TV “X-Files” in Italia, nel 1998.

Ad ogni modo, non è un’impresa facile riuscire ad identificare la migliore traccia del disco, data l’altissima qualità generale delle composizioni. Numerose sono le collaborazioni artistiche che rendono “Hey Stoopid” un’opera in musica di valore assoluto: alle sei corde vediamo alternarsi guitar-heroes del calibro di Slash, Steve Vai, Joe Satriani, Stef Burns e Vinnie Moore; al basso spicca il nome del grande Nikki Sixx (Motley Crue), mentre l’onore di accompagnare Alice nell’ esecuzione delle vocals è concesso ad un’autentica parata di stars: Ozzy Osbourne, Rob Halford (Judas Priest), Sebastian Bach (Skid Row) e Dave Mustaine (Megadeth).

A dispetto di una qualità nettamente superiore, questo masterpiece non ha riscosso negli States il medesimo successo del suo predecessore, deludendo le aspettative della Sony Records; fortunatamente le elevate vendite in Giappone e nel Vecchio Continente (in special modo in Italia) hanno permesso a questo lavoro di risollevarsi dall’immeritato status di “flop” commerciale che molti sprovveduti continuano erroneamente ad attribuirgli. Per molti questo lavoro rappresenta l’ennesima dimostrazione di classe da parte di Alice Cooper, per altri invece, potrà sembrare una piccola sbandata verso un genere allora molto in voga, vale a dire il glam metal: a mio parere “Hey Stoopid”, agli occhi di chiunque lo abbia “vissuto” appieno, grazie le sue melodie toccanti ed alla potenza irrefrenabile del suo sound è semplicemente leggenda.

(Enrico Rosticci)

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