Hey Stoopid, a mio parere, è l'album migliore sfornato da Alice (all'anagrafe Vincent Furnier) nella sua sfavillante carriera (non a caso credo sia anche quello che ha ottenuto i migliori risultati a livello di vendita). Il suddetto Alice è praticamente un mito e può essere considerato il precursore di tutte le varie fasi che l'hard rock ha passato sino ai tempi nostri (basti pensare che, in epoca attuale, quando l'hard rock classico è quasi sparito, l'amante dei serpenti più famoso del mondo ha dato vita all'ottimo Dirty Diamonds, uscito nell'estate dell'anno scorso).
La copertina del disco in questione, così come la foto interna in cui il singer viene ritratto con un coltello in una mano e con una rosa nell'altra, un po' alla arsenico e vecchi merletti, racchiude perfettamente ciò che l'ascoltatore trova sottoforma di musica, ossia grandi pezzi hard rock e incantevoli e travolgenti ballads. La indubbia qualità di Hey Stoopid è data anche dal grande parterre che ha collaborato con Furnier (Satriani, Ozzy, Slash, Vinnie Moore, per fare qualche nome). L'album recensito non subisce alcun calo, si mantiene sempre ad altissimi livelli a partire dall'opener che dà il nome al disco, in cui Alice assume le vesti di moralizzatore per far desistere i ragazzi dalla tentazione del suicidio, sino alla strabiliante e avvolgente "Wind-up Toy", introdotta dal suono deviato di un carion per concludersi con una vocina che ti entra nell'anima.
Dentro c'è di tutto: il graffiante hard rock di "Snakebite" (la sua passione per i rettili è notoria) "Hurrican Years" e "Dirty Dreams", la scanzonatezza di "Feed my Frankestein" (anche il cinema Horror è una sua passione, com'è testimoniato dalle tante apparizioni in vari film, tra cui Nightmare 6), il fascino ipnotico delle soprendenti "Dangerous Tonight" e "Might as well be on Mars", la dolcezza di "Burning our Bed". Un elogio particolare merita "Die for you", una ballad meravigliosa in cui la dolcezza non sfocia, come nel più delle volte, nel ruffianesco, e, a mio avviso, una delle canzoni più belle di Alice.
In conclusione c'è poco da dire, questo disco merita il massimo della votazione ed non può mancare nelle case o nelle auto di tutti gli ammiratori del cantante e, in generale, del buon hard rock.
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