"Killer", uno degli album più affascinanti degli Alice Cooper e, quindi, uno dei classici del rock anni '70.Vario, ricco e stimolante, comincia subito forte con "Under My Wheels" e "Be My Lover", due magnifici pezzi hard rock molto trascinanti. Non sono certo la parte più originale dell'album, ma rimangono un ascolto decisamente piacevole (non a caso sono due dei singoli estratti di maggior successo). Apprezzabile anche la diversità di tono dei due brani, il primo più aggressivo, ironico e allusivo, il secondo più romantico e nostalgico. Ma è con la terza tappa che gli Alice Cooper decidono di spiazzarci, ed ecco "Halo of Flies", lungo omaggio (otto minuti) al rock progressivo e sperimentale, pieno di scarti, deviazioni, sezioni rock affiancate da altre quasi synth. Il tutto accompagnato da un testo quanto mai criptico, di ambiente spionistico, che esprime in modo magistrale l'atmosfera elettrizzante e misteriosa di questo brano. Ancora un inatteso cambio di stile con "Desperado", emozionante ritratto di un killer del Far West; un brano quasi folk, senza graffianti riff di chitarra elettrica ma addirittura con delicate sezioni di archi. Commovente poi l'omaggio che Furnier ha voluto rendere con questo brano ad un suo caro amico scomparso, il compianto Jim Morrison. Seguono "You Drive Me Nervous" e "Yeah, Yeah", gradevoli canzoni hard rock che tuttavia sfigurano sia davanti all'energia travolgente dei primi due brani sia davanti alle vivaci sperimentazioni degli altri quattro. L'album torna presto su livelli altissimi con "Dead Babies", la storia di una bambina morta dopo un'accidentale assunzione di aspirina, ignorata dai propri genitori. Un pezzo cupo e malato (pare che l'atmosfera gotica sia stata suggerita dal produttore Bob Ezrin), memorabile a partire dal grande inizio con il basso fino al ritornello gridato dalla voce gracchiante di Furnier, preceduto da un agghiacciante lamento infantile. Si chiude con la title-track, inquietante spaccato di una mente malata, sorretto ancora una volta da sonorità quasi prog, come la sezione con l'organo, che sembra uscita da una canzone di ELP. Ebbene, un disco vario, un po' per tutti i gusti, bizzarro e imprevedibile, come nella migliore tradizione degli Alice Cooper. Ascolto ultraconsigliato agli amanti del rock.

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