Con “Muscle Of Love”, si chiude nel 1973 l’epoca della cosiddetta Alice Cooper band, che sin dagli esordi di “Pretties For You” aveva affiancato il re del rock orrorifico. Nel 1974 uscì un Greatest Hits per celebrare il lavoro fino ad allora svolto da Alice Cooper e soci, i quali vengono allegramente licenziati dal cantante, che inizierà la sua sfolgorante carriera solistica con “Welcome to My Nightmare”. In realtà questa gran distinzione non si noterà tanto, non fosse altro per il fatto che i dischi, prima come dopo, vengono comuqnue accreditati al solo Alice Cooper e a livello di sound i cambiamenti non saranno così sostanziali, se non per la mancanza delle tastiere suonate dal chitarrista Michael Bruce, che si divide fra i due strumenti.

Ma prima che tutto ciò avvenisse, nacque in studio fra un tour e l’altro “Muscle Of Love”: è un concept album incentrato sulla tematiche del disagio giovanile, della sessualità e della prostituzione, ambientato a New York, come si evince dalla ottima Big Apple Dreamin’, con tanto di violino. L’album consta di una manciata di buoni pezzi, perlopiù rock molto classico per i canoni di Alice Cooper (Never Been Sold Before, Working Up A Sweat, Woman Machine e Muscle Of Love). Come sempre la cosa più bella è che Cooper non ha paura di sperimentare: lo dimostrano il lentazzo Hard Hearted Alice, lo swingone di Crazy Little Child, il duetto con Liza Minnelli in Teenage Lament ’74. Discorso a parte merita Man With The Golden Gun, canzone alquanto poliedrica per i suoi cambi di ritmo, nonché per l’uso dei fiati, che fu inizialmente intesa come colonna sonora del film omonimo della saga di James Bond, L’Uomo Dalla Pistola d’Oro, con Roger Moore. Alice Cooper e soci sperarono in una (inattesa) popolarità della canzone affinché i produttori del film prendessero in considerazione l’idea di adottarla come colonna sonora del nuovo capitolo della saga. Ovviamente non andò così e rimane solo un buon pezzo presente su quest’album.

Io ho sempre trovato personalmente bruttissima la copertina, poiché sacrifica il lato estetico all’originalità. Il package, in Lp consisteva in questo cartone striato in giallo, dal sapore molto industriale, e l’album veniva così presentato come un mero prodotto musicale e non come opera artistica, confermato dall’ammonimento “fragile” in basso a destra, con un piccolo inserto interno che riprende il simpatico tema marinaresco della copertina alternativa, di gran lunga migliore dell’originale.

Certo, in confronto ai due illustrissimi “Billion Dollar Babies” e “Welcome To My Nightmare” fra i quali è stato pubblicato, “Muscle Of Love” un po’ fatica a reggere il confronto. Ma, come già detto, gli spunti all’interno di questo album sono più che originali e rappresenta un degno saluto di Alice Cooper a Dennis Dunaway, Glen Buxton, Neal Smith e Michael Bruce, che da qui in poi proseguiranno ognuno per la propria strada.

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