Sono stanco, non ne posso più... Non è possibile che quando si parla degli storici concerti in acustico si metta sempre in mezzo l'Unplugged dei Nirvana che, a mio parere, è un disco pessimo per l'esecuzione e la mancata qualità audio.
Se invece si vuole parlare di un Unplugged che veramente ha fatto la storia bisogna ascoltare quello degli Alice In Chains.

Sicuramente ci troviamo dinazi ad un Layne Staley un po' meno espressivo rispetto ai tempi di Dirt o alla collaborazione nei Mad Season, ma certamente si va incontro ad un sound inconfondibile che anche attraverso la soluzione acustica non manca di enfasi, energia e aggressività.
Vengono ripercorsi i più celebri brani della band: dal pezzo cult "Down In a Hole" alla tempesta di "Sludge Factory", da "Rooster" alla straziante "Nutshell".
La scaletta, quindi, presenta il giusto equilibrio tra brani coinvolgenti ed altri un pò più riflessivi.

La sezione strumentale si svolge con estrema fluidità e pulizia dando ampio rilievo alle parti di chitarra acustica, che, come ogni unplugged, sono quelle che caratterizzano l'esibizione. Da notare anche gli stacchetti di basso-batteria che ammazzano il tempo tra gli istanti di attesa interposti tra i brani.
Con questo disco si ha la prova che gli AIC avessero delle ottime capacità nelle prestazioni dal vivo e il giusto carico emozionale che riusciva a trascinare il pubblico ogni volta che la band lo richiedeva.

In poche parole un disco imperdibile, anche questo facente parte di un pezzo di Storia Della Musica che ha accompagnato le Periferie di Seattle.
Non perdetevelo e se vi è possibile vedetevi anche il corrispettivo Dvd, la buona musica è assicurata.

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