Sap” è un gioiello di rara bellezza incastonato nella scintillante discografia di Alice. Uscito pochi mesi prima della pietra miliare “Dirt”, e pur contando solo 4 pezzi in scaletta, questo Ep schiuse inusitati orizzonti compositivi alla band di Layne Staley e Jerry Cantrell. Orizzonti che sarebbero stati ampliati in particolare su “Jar of Flies” e in “Alice in Chains”, l’eponimo, magnifico canto del cigno della band di Seattle. Il fortunato debutto “Facelift” , benché interessante, non aveva appieno convinto infatti, essendo ancora troppo legato agli stilemi rock anni 80, frettolosamente riverniciati di modernismo rock, come da lezione Soundgarden e Jane’s Addiction.

Cantrell e soci ebbero in “Sap” la felice intuizione di allentare i nodi della tensione elettrica, a favore di un approccio più intimista, dato appunto da una nuova dimensione acustica. Tale svolta fu da subito efficace nel far emergere la vena malata di Layne Staley, vero valore aggiunto della band. L’iniziale “Brother” è emblematica in tal senso: un riuscito connubio tra l’anima elettrica e acustica della band. Stupende le armonie vocali di Cantrell e Staley nell’intrecciarsi, non in maniera banale come in “Facelift”, ma creando quell’effetto straniante che caratterizzerà tutta la produzione successiva, in particolare “Down in a Hole” o “Sickman”.“Got Me Wrong” non è altrettanto incisiva: è un riuscito pezzo grunge, ma abbastanza convenzionale. Il meglio arriva con le due tracce conclusive. "Right Turn” ospita Mark Arm e Chris Cornell. Il mood di questo episodio è a dir poco splendido. Il classico sound westcoastiano di Crosby, Stills, Nash and Young si trasferisce dall’assolata California nelle acque gelide antistanti Seattle. La conclusiva “Am I Inside?” è infine struggente. Affiancato dalla superba vocalist Ann Wilson, Staley crea l’archetipo delle sue ballate alienanti, come “Nutshell” e “Frogs”. Su degli arpeggi sinistri, Layne affronta i fantasmi della sua tossicodipendenza, facendo venire i brividi quando sospira “Black is all I feel / So this is how it feels to be free”.

E anche rimpianti per un geniale artista, andatosene un giorno qualunque sotto il cielo plumbeo del Northwest.

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