Black velvet

È difficile rimanere impassibili di fronte alla bellezza che traspare dalla voce cristallina e dagli occhi da pantera di Alicia Keys. Stupenda creatura! Dopo il suo meritatamente pluripremiato (due Billboard Awards, tre Soul Train Awards, due World Music Awards, un Echo Award, cinque Grammy Awards e dieci milioni di copie vendute in tutto il mondo) album esordiente nel 2001, SONGS IN A MINOR, la prodigiosa cantante, compositrice e pianista, con questo suo nuovo THE DIARY OF… (Bmg) centra ancora il bersaglio, soprattutto nello spirito di chi sa apprezzarne serenità e vellutata forza.

THE DIARY OF… non sarà il botto commerciale scoppiato con il precedente album, ma è senz'altro la conferma assoluta di un'incommensurabile caratura creativa nella scena musicale afro-americana odierna. Alicia è una creatura dalle mille sfaccettature: canterina fin da piccola, studente modello e dotata ginnica d'atletica leggera, la ventiquattrenne italo-africana è cresciuta come un fiore esotico in un quartieraccio di Harlem. Le origini non si dimenticano, e Alicia lo dimostra con maestria: suoni di consuetudine soul-black con ritmi moderni - elettronici ed hiphop - miscelati a rimembranze vicine ad Arethra Franklin, Marvin Gaye, Stevie Wonder, Quincy Jones, Isaac Hayes e Prince. In quest'album troviamo la sintesi dell’esperienza black dell'ultimo trentennio grazie anche alla bravura dell'artista al pianoforte, potente denominatore comune che le permette di spaziare dal blues al jazz, dal funky al pop.

Niente effetti speciali, pochi ospiti illustri, alcun'invadente strategia di marketing: Alicia preferisce esprimere la propria passione per la musica semplicemente così, offrendo con sobrietà la sua fulgida, vibrante voce.

Tra i quindici brani in scaletta cito la suggestiva Harlem's Nocturne, piano versus hip-hop, la superba If I Was Your Woman/Walk On By, canzone in pieno stile Motown, e You Don’t Know My Name, stiloso e suadente primo singolo del disco. La magia prosegue con la romantica If I Ain’t Got You e con l'avvenente, intima e tormentata Diary. Spiccano Dragon Days (sentire la marcata chitarra wah-wah!), la solare Wake Up, il profondo groove di So Simple e la psichedelica Feeling U, Feeling Me, spingendomi ad amare ancor più quest'artista coerente con le proprie radici e con la propria personalità, riservata ma terribilmente generosa, pensierosa ma anche solare, e soprattutto serenamente consapevole.

Importante punto a favore di Alicia è una sottocutanea sensualità espressa musicalmente con discrezione e a livello d'immagine in un magnetismo morbido ed elegante, mai prepotente ed ostentato, e sempre rigorosamente vestito… Niente di più intrigante.

Grandiosa.



Carico i commenti...  con calma