Un nome sconosciuto ai più, che in Olanda verso la metà degli anni '70 ha avuto un grande impatto e ha fatto riscuotere a questa band un successo commerciale esorbitante. Originari della città di Delft (dove tra l'altro è stato girato il film Nosferatu, del 1979), un gruppo di studenti che suona in una band di rhythm'n'blues chiamata Threshold Fear decide nel 1971 di cambiare il proprio nome in Alquin, in onore dello spazio ricreativo che funge da  sala studentesca di registrazione denominata "Alcuin".  Verso la fine del 1971 incidono il primo singolo, "Saddlepain/Thank me not", che non procurerà alcun successo alla band, ma  che garantirà comunque un contratto con una casa discografica locale. 

Gli Alquin debuttano ufficialmente nel 1972 con l'album Marks, un misto fra jazz, musica classica e rock, e arrivano a suonare al prestigioso locale "Paradiso" ad Amsterdam.  Ma il primo discreto successo lo avranno con l'album dell'anno successivo, Mountain Queen. La loro apparizione nel 1973 al Pinkpop Festival, che si tiene ancora oggi ogni anno per tre giorni a Landgraaf, aprirà loro diverse porte, come ad esempio una tourneè di spalla agli Who nel 1974.

La porta verso il mega-successo in Olanda e in parte in Inghilterra, arriva grazie all'incisione, nel 1975, di sette tracce stratosferiche che andranno a formare l'album più conosciuto degli Alquin, "Nobody Can Wait Forever" (in America l'album verrà misteriosamente cancellato pochi giorni prima della sua uscita).

La band è guidata dal carismatico Ferdinand Bakker, un eclettico chitarrista di estrazione rock-funky, dotato di raffinatezza nel tocco e gusto nelle scelte stilistiche, insieme al tasierista Dick Franssen, cultore dell'organo hammond e innamorato di Yes e Uriah Heep, e al cantante Michel van Dijk, dalla voce rauca ma ricca di pathos e calore. Li accompagna il fiatista Ronald Ottenhof (sax, flauto), l'ottimo bassista Hein Mars e il batterista Paul Weststrate, che di fatto suona solo un paio brani (a lui è infatti dedicato l'album), sostituito dall'ottimo batterista-polistrumentista Job Tarenskeen, già presente nella band come sassofonista, flautista, percussionista e corista.

"Nobody Can Wait Forever" è un album che riunisce un buon numero di influenze, dal funky, al pop, fino all'hardrock, e nel quale si fa sfoggio di atmosfere più leggere  fino a veri e propri riffettoni granitici. Geniale è anche la produzione di Rodger Bain, che già aveva fatto tanto per altri gruppi come Black Sabbath, Budgie e Barclay James Harvest, e in questo disco infatti  si denota una certa maturità rispetto ai dischi precedenti, sia nel sound che nelle lyrics.

Parte sublime New Guinea Sunrise, con l'intro hawaiano  Sunrise, che sfocia nel funky di Wake Me Up, con un magico intervento dei fiati nel finale. Mr Widow è la canzone più commerciale del disco, nel disperato tentativo di comporre una "hit", ottimo brano con una morale sulla bramosia per il denaro. Stranger è un altro pezzo favoloso, dove Ferdinand Bakker sfoggia al meglio le sue doti di compositore e chitarrista,  mentre Michel van Dijk compie prodigi nella seconda parte, You Might as Well Fall. Bello il bridge di basso suonato da Hein Mars. Darling Superstar, con i suoi oltre sette minuti di durata, è ricca di contaminazioni di svariata natura del panorama rock anni '70. Farewell Miss Barcellona è il pezzo leggero del brano che parla di amori estivi in terra di Spagna. Wheelchair Groupie è la canzone prodigio di questo disco, divenuta ai tempi famosissima, con una linea vocale degna di nota. Chiude l'album Revolution's Eve che parte con il Revolution's Theme, prima parte con grandiosi intermezzi di flauto e sax, fino ad arrivare alla seconda parte della canzone, Nobody Can Wait Forever, con il grande finale pregno di stupendi assoli di chitarra di Ferdinand Bakker. 

Proprio quando la band viene eletta miglior gruppo olandese, nel 1977, dopo il successo dell'album successivo "Best Kept Secrets" e il live "On Tour", gli Alquin si sciolgono come una stella cadente che si frantuma contro l'atmosfera. Ci sarà una piccola parentesi nel 1995 e poi finalmente nel 2003 giunge inaspettata la reunion con la formazione al completo, eccetto per il bassista. Esce un Dvd dal vivo, in cui la maggior parte dei brani suonati dal vivo provengono da "Nobody Can Wait Forever", che ancora oggi è rimasto nel cuore di molti olandesi. Gli Alquin erano definiti la "band senza hit", poiché erano arrivati al successo senza avere un brano singolo di rilievo, ma con "Nobody Can Wait Forever" invece scavalcheranno la classifica, sia con l'album intero, sia con la canzone Wheelchair Groupie, che diventerà il primo effettivo singolo di successo. Gli Alquin fanno parte di quei tesori dimenticati da riscoprire: nel 1975, per loro, fu gloria.  

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