Quasi quasi mi dispiace... Eh già... Sono un po' amareggiato... Mi spiego...
Se stai leggendo questa recensione, o ci sei finito sopra quasi per caso, o sei tra quelli, come me, che hanno speso un bel po' di posts ad insultarsi in tre diverse recensioni DeBaser del precedente album degli Alter Bridge... "Sono solo i Creed con un nuovo cantante, Fanno schifo, Disco bellissimo, Sono post-grunge, Sono fighetti pop-rock, Sono i cloni dei Pearl Jam, Non è vero un caxxo, Che bella voce, Preferivo il vecchio cantante, Vatteneaffanculo_che_non_capisci_un_caxxo, Ecc...".
Che bei tempi... Tre anni fa circa...
Ora invece no. Non si può più. E come dicevo, quasi quasi mi dispiace... Bada bene, non che non ci si possa più insultare... Anzi, sono sicuro che qualche vaffa salterà fuori ancora... E si potrà anche discutere su vari aspetti dell'album (ad es. Disco_bellissimo VS Disco_che_fa_cagare, più che leggittimo).
Però non avrà più senso sputarsi (figuratamente) addosso riguardo le 2 classiche questioni
responsabili del vecchio dibattito:
1. "Sono solo i Creed con un nuovo cantante, e mi fanno discretamente cagare..." VS "No non è vero un caxxo, perchè..."
2. "Sono solo i cloni dei Pearl Jam e mi fanno discretamente cagare..." VS "No non è verò un caxxo, perchè..."
Se vorremo gioiosamente insultarci, il botta e risposta dovrà spostarsi per forza su altri temi. Già, perchè di Blackbird, secondo album degli Alter Bridge, si può dire tutto, Ma non che abbia minimamente a che fare con i Creed o i Pearl Jam. Proprio no. Ragazzi, mi spiace, insultarci su Creed VS Alter Bridge VS Pearl Jam è stato bello, mi son divertito anch'io, ma ora si chiude qua.
Proprio non ha più significato. Chiuso.
Si chiude qua nel senso che Blackbird è un deciso punto di svolta per gli Alter Bridge. Probabilmente, se sei uno di quelli che è finito sopra questa recensione quasi per caso (e quindi non conosci l'annosa questione...) e ti ascolti l'album, lo "classificheresti" come Hard Rock o Alternative Metal, o simili (ma non voglio addentrarmi nella questione nosografica delle etichette musicali
hard rock_post grunge_soft metal_pre pop, già dibattute anni fa...).
Provare ancora a tracciare, in buona fede, dei fili di connessione tra questo lavoro e vecchi paragoni, è veramente impossibile (o al massimo, da ingenui). A livello generale, la prima cosa evidente è che il sound degli AB in "Blackbird" si è fatto più pesante e cupo. Decisamente. Ci sono un 3-4 pezzi decisamente heavy. Lo stile compositivo si è spostato su un versante più aggressivo. Ma anche il versante "soft" (per alcuni forse "fighetto") non è stato del tutto abbandonato (purtroppo?).
Complessivamente l'album è ben bilanciato, vi è alternanza tra momenti di bel metallo (sì, direi Metal...), sia un paio di momenti più leggeri e radio-friendly (scelta forse un po'commerciale?), sia canzoni orecchiabili ma potenti e gustose. Da notare, "Blackbird" è stato nei fatti autoprodotto da Tremonti & Co, in quanto hanno recisso a proprie spese il contratto che li legava alla WindUp (avidamente pressante per una "Creed reunion"); hanno poi registrato l'album con "Elvis" Baskette come produttore, e solo alla fine si sono accordati con la Universal Records per la pubblicazione. Completa libertà compositiva quindi, svincolata da scelte di mercato (almeno si spera...). E lo stile nuovo si sente.
Una nota di merito va attribuita a Baskette, che ha fatto veramente un buon lavoro. Lontano anni luce, anche in termini di semplice mixaggio, dalla produzione approssimativa (non sua) del precedente One Day Remains. Il suono di "Blackbird" si presenta ben bilanciato, tagliente ma anche "rotondo", mai confuso, e permette di distinguere a sufficenza gli strumenti (in One Day Remains ho ancora il dubbio se ci sia o meno il basso...:-).
Le performance tecniche dei 4 AB sono molto buone. Myles Kennedy (voce) ha caratteristiche da tenore che gli permettono di "salire e scendere" come gli pare. Non vedo sulla scena hard rock attuale qualcuno che riesca ad avvicendarlo (tantomeno live, aggiungo. Se state pensando a Cornell, fantastico su CD, andate a sentirlo dal vivo...).
È forse proprio la dinamicità di Kennedy ad allontanare anni luce gli AB dai vecchi paragoni.
Inoltre questo secondo album è il risultato dello sforzo compositivo congiunto di Tremonti e Kennedy. Quest'ultimo ha potuto portare le sue sfumature più cupe, dark, sia come voce sia come chitarra.
Mark Tremonti (chitarra) dimostra di essere migliorato ancora tecnicamente, difatti presenta 7 assoli
niente male, anche se il suo shredding alla lunga rischia di perdere un po' in espressività,
andando a discapito della linea melodica dell'assolo stesso. In ogni caso il suo stile si sente forte e chiaro, connota l'intero sound degli AB, e molte canzoni sono proprio basate sulla sue potenti riff.
Una prova "di forza".
La prestazione di Scott Phillips (batteria) accompagna "l'indurimento" del sound della band.
In questo lavoro si muove discretamente, con il suo stile mai secco ed asciutto, bensì piuttosto complesso e di "riempimento". Si ricorda a tratti di avere il doppio pedale, e quando lo fa non lo rimpiangiamo certo. Infine Brian Marshall (basso), bistrattato nel mixaggio dell'album precedente, si riprende un po' di spazio. Ma senza esagerare, nel senso che il suo ruolo non è mai preminente, bensì accompagna i punti forti della band, che sono la potenza delle riff e le capacità vocali di Kennedy.
Le canzoni... Mi annoiano un po' le recensioni che passano in rassegna l'album traccia per traccia,
per cui provo ad asciugarmela un po' così:
hai voglia di farti un paio di pezzi belli hard? O ti compri l'ultima fatica di Rocco Siffredi, oppure ti ascolti White Knuckles (decisamente la più fast & heavy, con qualche regalino agli amanti del doppio pedale...). O Buried Alive (intro spettacolare gemmato da uno shred di Mark Tremonti, per gli amanti della tremolo bar...). Invece la potenza di Rocco Siffredi non ti aggrada, sei più romantico/a, cerchi un qualcosa di più sostenuto?
Potresti provare con Brand New Start (una ballata classica ma efficace, che acchiappa). Oppure Watch Over You (altra ballad da accendino, in cui il vocalist Myles Kennedy da prova di capacità tecnica ed espressività mica da poco). Vuoi la prova della maturità del nuovo stile degli AB, in cui testare la potenza delle riff abbinata con la melodia delle linee vocali?
Prova con Come To Life, oppure con One by One o Coming Home. Canzoni oneste, certo senza funamboliche avanguardie dal punto di vista strutturale, ma solide e piacevoli.
Vuoi sentire la canzone che non ti aspettavi proprio? Certamente Blackbird, la title-track. Una canzone epica da 8 minuti, da brivido. Decisamente sopra le righe, una chicca. Di canzoni così, se va bene, in un album al massimo ce n'è una. E infatti è così. "Epica". Gli AB stessi l'hanno definita così. Impensabile per gli standard mainstream dell'hard rock di questi tempi. Ascoltare per credere. Vuoi poter storcere un po' il naso, e dire "Sta qua magari non mi cambia proprio la vita...". Gli AB non si son fatti mancare nulla... Break Me Down e Rise Today sono forse le canzoni un po' più debolucce (e probabilmente strizzano un po' l'occhio al commerciale), anche se sorprendentemente
quest'ultima è stata scelta come primo singolo e video (videoclip carino tra l'altro). Ci sono poi ancora un paio di canzoni (Ties That Bind, When Tomorrow Comes, Wayward One e le bonus track delle diverse edizioni). Le lascio ad un vostro ascolto "vergine" (sicuramente piacevole)(?...).
Per concludere... "Blackbird": vale la pena di prenderselo? Sì. A prescindere che Creed o Pearl Jam ti piacciano o ti facciano cagare... Anzi, come ho detto, non c'entra proprio nulla... "Blackbird" ha le carte in regola per diventare un album molto apprezzato dai chiunque si interessi di hard rock. Un album aggressivo, d'impatto, ma con la presenza anche di spazi più intimistici. Di album "seri" e "genuini" così, in giro ce ne sono pochi. Scommetti che se gli Alter Bridge faranno una data in Italia, sarà sold out? E che probabilmente ci sarai anche tu?
Tiamazzo
Carico i commenti... con calma