Ciao a tutti i DeUtenti di DeBaser. Dopo diversi tentativi, finalmente sono riuscito a contattare Alvise Nodale. Nobili Amici, come passa il tempo. Sembra ieri l’uscita del album Conte Flame, il suo primo esordio. E invece da The Dreamer datato 2018, sono passati anni. Nel nostro presente, il 2048, possiamo festeggiare il nostro beniamino Alvise a 30 anni dall'uscita del disco, recensito sul nostro sito una vita fa.
https://www.debaser.it/alvise-nodale/the-dreamer/recensione
Ce ne stiamo rendendo conto? Siamo in compagnia del cantautore italiano più famoso d'Europa e come sapete quest'anno farà solo 3 concerti. Lo attende Londra Berlino Roma. Ha già venduto 10 milioni di biglietti nella prevendita e ha ricevuto un miliardo e mezzo di richiesta cyber-utenti. Oggi per l'appunto, festa grande per i 30 anni dall'uscita del disco The Dreamer, che a suo tempo non aveva riscosso l'attenzione da parte dei media e che adesso viene riscoperto e rivalutato. A differenza del vecchio cantautorato, come Ligabue e Vasco che avevano iniziato la loro carriera con dei bellissimi dischi e poi col passare del tempo riempivano gli stadi malgrado facessero fesserie, la tua carriera ha viaggiato al contrario. Una curva logaritmica di successi
1)Come ricordi il tuo passato quando ti esibivi in piccoli locali?
Lo ricordo ancora bene, quasi fosse ieri. Ricordo anche di aver partecipato al Madama Guitar nel lontanissimo 2016. Ero ben giovane a quei tempi, ma ricordo che è stato uno dei concerti con più pubblico che avessi mai fatto, era il periodo a cavallo tra Conte Flame e The Dreamer e avevamo riarrangiato le canzoni con una formazione in trio, basso chitarra, flauti e voci con i miei due super compagni Veronica Urban e Luca Boschetti.
2)Sembra addirittura che ci siano state persone che hanno comprato l’obsoleto CD, il cui valore attuale si aggira intorno alle 1000 Lire Galassiane. Quale messaggio era racchiuso nei testi del tuo disco e come si può riproporre ai tempi nostri?
I messaggi e il senso delle canzoni li ho sempre lasciati interpretare agli ascoltatori, e lo faccio tutt'ora a distanza di 30 anni da quando ho cominciato a comporre canzoni per conto mio, perché credo fermamente, ora come allora, che la musica sia qualcosa di molto intimo e che quindi non tutti provino le stesse sensazioni ascoltando la medesima canzone. Quel disco lì comunque girava attorno a una storia, una storia in cui ognuno poteva (e credo possa ancora) riconoscere una parte di sé, anche minima. La narrazione si sviluppa attraverso le 9 tracce che compongono il disco e racconta un po' le fasi di una vita umana come la intendevamo allora, nel 2018, ma può essere attualizzata anche ora, “un uomo senza sogni e senza slanci, senza passioni e utopia sarebbe un animale fatto di istinto e raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura” diceva Fabrizio De André.
3)Hai vinto nuovamente l’Interstellar Awards e un'infinità di microtracce sono state inviate su Marte per alleviare il duro lavoro che il 50% della popolazione di origine italiana trascorre sul pianeta rosso. Pensi che cantare in Italiano sia stata la svolta del tuo successo o forse ritornerai a proporre il friulano carnico?
Grandi premi certo, ma ho sempre scritto come sfogo personale, non per la gloria né per essere considerato migliore o peggiore di altri, certo è, comunque, che quando fuori si accorgono che ci sei anche tu è gratificante. Proprio perché l'ho sempre fatto come sfogo non mi sono mai posto il problema della lingua, ci sono canzoni che escono in Italiano, altre in Friulano, alcune (rarissime) anche in inglese, ma quest'ultime nessuno le ha mai sentite... Non mi è mai piaciuto pormi limiti in tal senso, ogni canzone esce con la lingua che più mi sembra adatta.
4)Nel tour di quest'anno hai già venduto milioni di elettroticket e sei il cantautore più stimato al mondo. Come ci si sente ad essere così famosi e quale potrebbe essere la differenza con i mostri sacri della musica old style tradizionale come Dylan e Neil Young?
Fa sicuramente piacere, ed è anche una grande responsabilità. Dylan e Young sono stati miei mentori in qualche modo, continuo tutt'ora ad ascoltarli e a suonare le loro canzoni, nonostante il fatto che per molti siano considerati “sorpassati”. La differenza credo stia nella scelta dei suoni, ai tempi, ricordo che cercai di portare un senso di modernità in qualcosa di tradizionale come può essere il cantautorato, cercando di inserire sonorità che vengono da altri generi, dando comunque molto spazio alla chitarra acustica, al canto e alle immagini che si possono creare con la fantasia, immagini a mio parere imbattibili, nemmeno il più sofisticato scanner olografico di adesso può raggiungere i livelli di un'immagine creata da un'emozione, da una canzone o da un buon libro (per i nostalgici).
5)A distanza di 30 anni Le microtracce di The Dreamer stanno contagiando tutti. Riascoltandolo adesso, sembra un lavoro così attuale sia nell’aspetto musicale che nei testi. Quale pezzo di quel vecchio disco ti rispecchia di più?
Credo di aver messo molto di me stesso in tutte le canzoni... Quindi diciamo che il disco nel suo complesso mi rispecchia piuttosto bene.
Ps: DeFriends così è. Volevo fare un’intervista diversa dal solito. Mick Jagger per questioni anagrafiche ha rifiutato. Alvise Nodale ha accettato, quindi, che ci sia il meglio per il suo futuro.
Contatto di Alvise https://www.facebook.com/alvisenodalemusic/
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