Nessuno sa la vera età di Amanda. È palese che siamo di fronte a un replicante (uno vero) dove la sperimentazione androgina apre sfacciatamente a prodromi transgender per iniziare a tastare l'aria che tira quando si confonde la procreazione con "casta" sodomizzazione.
E il tira e molla 'n omo, 'na donna, 'n omo, 'na donna, funziona alla grande nella progressione perversa di portare tutti a pisciare sulla tazza da seduti, svedesi docet. Ed io, bambino di dieci anni, quando alla televisione nel 1978 incrociai il programma sporcaccino Stryx, fui graziato nell'avermi fatto partire la sessualità in direzione etero?
Certo che i fiordi di Peki d'Oslo hanno fatto ballare il (tip) Tap René Alain fino adesso nello sconcerto del dubbio di dove fosse andato a finire il "pirulino". Fatto sta che, chez-nous, il presunto sosia siamese della musa di Dalì si è TAPPato le ali dileguandosi in concomitanza dei primi successi musicali, Casablanca ci cova?
Più che a tarallucci e vino la questione è trans-lata in Blood & Honey. Ritornano nel mio ricordo come fantasmi copertine estive di Novella 2000 di fine anni '70, sfogliate di nascosto per carpire qua e là una tetta, qualche chiappa e ombre di peli pubici, dove rimbomba nelle mie sinapsi il nome di Malagnac, chissà perché...
E non me lo ricordo, ma penso di averlo visto il debutto dello Amanda al canto presentato da un Pippo Baudo esaltato, affascinato, emozionato, un po' impaurito, che perorava agli spettatori di non rifiutare a priori un travestitismo mistificatoriamente aiutato da un vocione non certo rassicurante, ma che solleticava pensieri di astruse deviazioni sessuali ancora non inquadrate in quell'inizio della decadenza del boom economico.
Certo che quelle tutine aerobico-spaziali aderenti turbavano una comfort zone di peli di fica regolari, stravolgendo un anelito normal terrestre di spermatozoo-ovulo con visioni aliene di banane, dove non era più chiaro chi si attaccava al frutto.
Ma scivolando sulla buccia resta il piacere di non averli saputi mai esattamente quei segreti di presunti cambi di penetrazione e, nell'essere convinti che Regina Lear sia una spia internazionale di tutto rispetto, dalla finestra ci godiamo il poliglottismo espresso, anzi dalla gabbia: non sia mai che scappi qualche pantera.
Tomorrow comunque, non so che cosa ma "Tomorrow"...
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