Prendo suddetto lavoro come prova inconfutabile che l'eccellenza di tutto, dal materiale al morale, dimora solo e solamente nel bacino del Mediterraneo, preferenza Italia. Mi direte "e il Tigri e l'Eufrate dove li lasci?" Sono d'accordo, ma non arrivano alle "visioni imperiali" de noantri. Poi neanche parlare del ceppo anglosassone, votati al barbarismo, alla guerra e all'alcol, che manco ancora hanno capito che con l'acqua ci si lava pure.
Detto questo l'adorabile Amanda, già musa androgina dell'androginia dell'arte di Dalì, col suo piglio perenne simil Sfinge che ci fa innescare continuamente dentro di noi la domandina (senza risposta finora): "che troveremo sotto?", Regina africana bianca (vamp{ira}?) si presta, con le sue pelli di tigre e di leopardo, a narratrice di una italo disco che in terra d'Albione poi razzieranno facendo taaanti soldi spacciandola per pop raffinato inventato da loro.
Ed ecco lì che gli emulatori (ad essere sinceri comunque molto bravi ad emulsionare questa rivelazione che è 'sto disco) partono da fatti già cotti e mangiati nel 1983, dove l'italiano (e sottolineamo italiano) Roberto Cacciapaglia, e tutto il suo entourage creativo sempre italo, si inventa tutta la disco pop (Pet) synth (Shop) dei ragazzi (Boys) inglesi a venire, d'altronde "Boys, Boys, Boys" cantava la Sabbrina, due b come le bocce che portava (non c'entra un cazzo ma lo volevo scrivere).
E così all'ascolto non c'è spuria meraviglia del tesoro nascosto dall'omerica voce narrante monocorde della Lear, ma siamo addirittura ermafroditicamente allibiti dalla risultante musicale che traccia il primo solco nelle nostre convinzioni da fichetti snob musicali dove il prodotto tam-tam-bureggia una situazione nuova nel panorama di musica di facile consumo, innalzando il tutto verso lidi colto-selvaggi dove la ritmata carnevalata del bunga-bunga (quello vero) risulta concreta nello schivare un usufrutto tattile materico e coinvolgendo la sfera (disco) psichica rimanendo nel sessuale con un inaspettato piacere non peccaminoso nel non tentare palpatine compromettenti, ma fantasticando "sogni mostruosamente proibiti" effimeri.
Ed è proprio questa contraddizione che resetta tutti quegli aborti musicali che dagli anni sessanta hanno venduto milioni di dischi e vengono osannati come genialate quando invece hanno fatto perdere tempo e procurato danni con melodie e ritornelli rincoglionenti made in UK.
E una musa che oracola atmosfere sinuose, intriganti, promettenti sempre cose "tomorrow", paventando bukkake con la tribù badula ma che non la dà a nessuno, ci voleva nel farci sognare peccaminose discoteche tantriche che si concretizzano nel rinunciare all'eiaculazione e nell'evitare fiaccamenti post svuotamento testicoli: Sempre Duro!
Perciò come Nostra Signora è stata ingravidata dallo Spirito Santo, questo è un disco della Madonna!
Dai Amanda! E faccela vede', e faccela tocca'! O "faccelo"?...
Amanda Lear Fan Club
1 rue François 1er
75008 Paris
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