Eccomi qui per la mia prima recensione virtuale, che nello specifico riguarda il nuovo (e potenzialmente ultimo, visto lo scarso successo commerciale) singolo degli Amari, gruppo Friulano, tratto dall'ottimo album "Grand Master Mogol".
Premo "play" sul mio stereo e partono quattro quarti di batteria (attenzione: acustica!) sostenuti da un impercettibile synth, e da un monosillabo ritmico di un "Amaro". E' fatta, penso. Un'altra stupenda canzone in stile Amari. E infatti, in men che non si dica, ecco che le mie orecchie si riempiono di un synth caldo, quasi estivo, e di un giro di batteria dritto spedito che ci informa che "Conoscere gente sul treno può essere meglio che stringer la mano". Come poterlo negare, se lo dice gente capace di partorire queste bellissime melodie...
La canzone fila via spedita, forse un pò ripetitiva nei ritornelli, ma mai noiosa. Gli Amari ci sanno fare con le tastiere e il resto, si sente l'esperienza accumulata con "Gamera" e "Apotheke". Inutile dire che, in pieno stile Amari, la canzone a metà cambia ritmo, abbandona le tastiere e lascia solo la base, per un classico rap-non-rap tipico della band. Ma questa volta la poesia è profonda, molto più pensata di quella nello stacco di "Campo Minato". Nel finale, mentre la band canta in loop il titolo della canzone, c'è anche il posto per un assolo di chitarra distorta, senza infamia e senza lode.
Concludendo, posso dire che il gruppo ha sfornato un altro bel pezzo, poco commerciale come sempre, ma che saprà senz'altro incantare gli appassionati. Provare per credere.
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