Arto Lindsay rappresenta indubbiamente una delle figure chiave degli anni 80. Fondatore dei mitici DNA, gruppo cardine del rivoluzionario movimento " no-wave ", collaboratore instancabile di numerosi progetti " alternativi ", è stato soprattutto un grande chitarrista, uno dei pochi veri intellettuali del rock, capace con le sue ardite commisture, e le sue stravaganti sperimentazioni atonali di aprire nuove strade alla " popular music ".
Lindsay formò gli Ambitious Lovers nel 1984. Inizialmente comprendevano ben sette elementi (!) ai quali si aggiunse l'elettronico svizzero Peter Sherer. Dopo l'ottimo album d'esordio, " Envy ", degli otto ne rimasero soltato due: Lindasy e Sherer. Il loro programma era quello di trasporre la musica d'intrattenimento su un piano avanguardistico, in parole povere produrre della musica " colta " ascoltabile da tutti. L' impresa era tutt'altro che semplice, ma la magica alchimia che si respira in questo lavoro dimostra che era possibile.

Le principali fonti di ispirazione sono la musica popolare nera e quella sudamericana. Si passa così dall'irresistibile carica della ballabile "Privacy", alla bossanova crepuscolare di "Caso" e "Para Nao Contrariar Voce" ( cantate in portoghese ), colme di "saudade brasileira", dal trascinante funky-soul di "Copy Me", al blues vestito da disco-music di "Love Overlap".
C'è addirittura un lento dal sapore tropicale come "It Only Has To Happen Once" a rendere ancora più vario e bizzaro il disco.

Greed rappresenta senza dubbio un esperimento storico, oltre che un disco di grande qualità, parto di una mente eccentrica e geniale.
Consigliato a tutti i fans di Jamiroquai: ascoltatelo e lasciate che le vostre orecchie giudichino.

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