Andiamo indietro nel passato un po' più recente, nel 2004 per la precisione.

Voglio farvi conoscere una delle mie voci femminili contemporanee, un'artista sconosciuta alle masse: Amel Larrieux.

All'anagrafe Amel Stowell, dotata di fascino oltre che di talento, dopo l'esordio col progetto Groove Theory nel '95 e il pregevole esordio solista "Infinite Possibilities"(2000), nel 2004 dà alle stampe il suo secondo album "Bravebird". Questo lavoro, rispetto al predecessore, si mostra più variegato e a tratti strizza l'occhio anche ad etnica e folk.

La bravura vocale di quest'artista viene fuori nell'atmosferica For Real e nel funk-r&b di Congo, entrambe impreziosite da cori e gorgheggi impeccabili. Atmosfere folk nella disillusa Sacred, in cui Amel esprime il suo disappunto verso le piaghe della società odierna, mentre All I Got stupisce per il mood suggestivo e liriche ottimiste. Imperdibili anche il funk-jazz di Say You Want It All, con una vivace sezione fiati, e il soft-soul di We Can Be New.

"Bravebird" è un album che potrà sedurre chi già apprezza artisti come Erykah Badu, Meshell Ndegèocello o Sade oltre che gli appassionati di nuove sonorità.

In un'epoca come gli anni ‘2000, dominati da produzioni patinate e hip-hop violento e misogino, Amel Larrieux si distingue per la sua classe e la sua vocalità magica e vellutata reminescente di grandi soul-singers del passato oltre che per canzoni profonde, intimiste ma mai retoriche o melense.  

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