Gruppo semisconosciuto ma storico, copertina accattivente e prezzo stracciato: pensavo di aver trovato una perla nel porcile acquistando questo doppio album degli America datato 2006, stipato con noncuranza tra dischi di Vasco Rossi, Daniele Silvestri, Biagio Antonacci, Michael Jackson, Tokio Hotel & Co. Purtroppo la mia "Perla" si è rivelata essere una normale pallina di vetro colorato.

Sia chiaro, "Here & Now" non è niente di terribile, mi è capitato di ascoltare cose ben peggiori, ma nonostante le buone intenzioni della sempiterna band e qualche melodia azzeccata e di buon gusto non va al di la del puro e semplice esercizio di mestiere, creativamente piatto e smorzato da un sound abbastanza indolente che l'orecchio percepisce come vecchiotto e stantio anzichè come classico, finendo così per annoiare presto ed essere accantonato in un cassatto a tempo di record.

L'inizio dell'opera è però incoraggiante: "Chasing The Rainbow" è forse la miglior canzone dell'album: un'estatica ballata semiacustica lineare e accattivante, in puro stile America; di buon livello è anche la successiva "Indian Summer", canzone ritmata e dal retrogusto vagamente esotico, ma il campanelo d'allarme comincia a suonare con la successive "One Chance", melensa ballataccia senza spina dorsale che starebbe in un'album del Backstreet Boys come il cacio sui maccheroni. Gli altri sprazzi di classe di "Here & Now" provengono da "Golden", piacevole ballata countryeggiante, una delle pochissime canzoni dell'album ad avere una melodia davvero convincente, "Always Love", altra ballata, stavolta tendente al pop rock che, se non è proprio un capolavoro, almeno riesce a non far assopire l'ascoltatore, "Ride On", papocchio un po' psichedelico e un po' on the road, con Ryan Adams al basso, che dimostra un abbozzo di ricerca sonora comunque apprezzabile, e infine la conturbante bonus track "Glass King", sempre con Adams al basso, che nel ritmo cadenzato strizza l'occhio al classico "A Horse With No Name", mentre il resto del disco è costruito da un'accozzaglia di ballate altamente soporifere ("This Time", "Love & Leaving", "All I THink About Is You") e scipiti abbozzi pop rock/soft rock ("Look At Me Now", "Work To Do", "Walk In The Woods") che fanno crollare verticalmente la valutazione dell'album.

Piacerà ai cultori e ai fans più accaniti della band, ma francamente questo disco mi sembra il fulgido esempio di come il tempo consumi alcuni artisti, facendoli diventare sterili copie di loro stessi: basta ascoltare canzoni come "A Horse With No Name", "Ventura Highway", "Tin Man", "Don't Cross The River" o "Lonely People", contenute del secondo disco, live, di "Here & Now" per arrivare a questa amara conclusione. Peccato. 

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