"Alice entra nel teatro della scuola, dove l'aspettava la sua guida del momento, l'unica persona libera nel Paese Delle Meraviglie. Sul palco ci sono tre bambini: uno di questi ha la testa aperta a metà e il cervello esposto, e un altro ha una morsa che gli stringe il cranio; sono brutti, scarni e consumati. Il primo sta ridendo e piangendo intervallatamente, un altro sta percorrendo un quadrato immaginario sul pavimento, agitandosi le mani davanti alla faccia e facendo strani scatti con la testa, e il terzo sta pregando il suo stesso pugno di non colpirlo, per poi colpirsi in faccia, e tornare a pregarlo, e colpirsi nuovamente, in un loop di follia."


Come per gli album musicali, anche dietro ai videogiochi c'è il lavoro di una (o più) menti, anche questi nascono in un preciso contesto, dove sono confrontabili con i contemporanei del genere, e anche questi sono in grado o meno di portare qualcosa di nuovo nell'epoca. Alcuni sono degli autentici capolavori.

Dopo una prima recensione su un gioco che non era nè + nè -, vi porto un gioco che rappresenta una pietra miliare nella storia della videoludica, e non solo.

Il gioco in questione è "American McGee's Alice", creato da American McGee (già creatore del famoso Quake), che si dichiara "aspirante a diventare il nuovo Walt Disney. Soltanto un po' più malefico."

La storia ri(comincia) quando la piccola Alice vede i propri genitori morire vivi in un incendio causato dal gatto,  vicenda di cui si assume le colpe. In coma da 10 anni, Alice è ormai rinchiusa in un manicomio, in compagnia soltanto di un coniglio sporco di pezza, "sentinella della profonda pazzia di Alice"; le sue esternazioni verso il mondo sono limitate e senza senso. Parla poco, e quando lo fa descrive l'inferno che vive nella sua testa, violento, fantastico e assurdo. Assalì gli infermieri quando, per denigrarla, cominciarono a imboccare con dell'avena il suo coniglietto: strappò loro il cucchiaino di mano e gli provocò loro delle lacerazioni profonde, cercando poi di tagliarsi le vene con lo stesso.

Il Paese Delle Meraviglie, una volta paradiso dei nonsense, ora rinasce terrificante nel coma di Alice, distorto dal dolore provato per la morte dei suoi genitori. I suoi abitanti sono mutati, proiezioni deformi dei loro originali, e vivono tutti nella schiavitù della Regina Di cuori. Perfino molti dei personaggi che aiuteranno Alice saranno destinati a essere uccisi nel corso della storia. La missione di Alice è di riportare l'ordine in Wonderland. E per farlo, avrà a disposizione soltanto la sua immaginazione, un coltello, e alcuni tipi di giocattoli, non propriamente innocui.

Le ambientazioni del gioco sono quanto di meglio si possa desiderare, insensate, assurde e terrificanti, un trip nelle assurdità del matematico "pazzo" Lewis Carrol, riproposte e potenziate da American Mcgee. I personaggi sono ben caratterizzati e disegnati, in maniera allo stesso tempo originale e fedele all'originale carrolliana (che già non scherzava, a mio parere). Anche gli scenari in cui ci muoveremo sono assurdi, caotici, e a volte veramente spettacolari. La stessa caratterizzazione di Alice è centrata, con questo grembiulino bianco macchiato di sangue, stivali in pelle, coltello in mano e occhi verdi che non lasciano traspirare nessuna emozione (quasi a ricordare il fatto che è in coma).

Da spendere una parola sulla colonna sonora, composta da Chris Vrenna in persona, ex batterista dei Nine Inch Nails dell'era The Downward Spiraliana. Mai movimentata e mai ripetitiva, è un loop costante di pizzicati, note di piano e altro. Immerge pienamente nell'assurdità delle situazioni. Cosa si potrebbe desiderare di più? (Trent stesso?)

Il gameplay è semplice e intuitivo, se volete divertirvi giocatelo in "easy", così potrete godere delle ambientazioni senza pensare eccessivamente al gioco stesso (il caricamento quando si muore infastidisce il nostro trip). Se cercate una sfida, medium e hard andranno benissimo.

Grafica senza pecche (nei limiti dell'epoca), che ad ogni modo non rovina minimamente la bellezza degli scenari.

Altra nota di merito il fatto che assieme al gioco originale viene venduto il libretto d'istruzioni e un altro libretto, il diario del professore che aveva in cura la piccola alice. Ottimo antipasto per stuzzicare, in attesa di giocare.

Veramente un capolavoro. Consigliato a tutti gli amanti dell'assurdo, del nonsense, delle ambientazioni oscure, in parte dello splatter, e soprattutto, a tutti gli amanti di Alice Nel Paese Delle Meraviglie. Da provare. Se ne volete un assaggio, guardate il trailer.

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