"Realitale" è il debutto degli Amethista, band nata all'inizio del 2004 in Piemonte che annovera tra le proprie file la singer Aeretica (famosa per la sua militanza tra le file dei Dismal), Luca T-1000 alla batteria, Victor Lai alle chitarre, nonché due componenti degli Highlord: il tastierista Alexandros e Frater Alchemoth Katharian al basso.

L'idea base del gruppo è quella di unire nel proprio sound differenti visioni musicali: si passa dai Nightwish ai Cradle Of Filth, ma la band dei vampiri d'oltre manica è quella a cui il sound di Ae e compagni è più accostabile. Il risultato è un pregevole black metal dalle tinte gothic. Nulla di nuovo sotto l'albero, ma vale la pena di dire che gli Amethista hanno dimostrato un'impeccabile padronanza dei propri mezzi, quella che al debutto può farti apprezzare dai fan più fedeli e che in futuro può aprirti le porte verso riconoscimenti più ampi e piacevoli soddisfazioni.

La vera sorpresa di questo progetto è proprio la sua diabolica mente: Ae ha in parte abbandonato il cliché di cantante eterea vestita di pizzi, rose rosse e lacrime, per ripresentarsi sotto una veste demoniaca, tra catene e lunghi abiti neri. Il mutamento si fa però sentire a soprattutto a livello vocale: le canzoni della nuova band della singer torinese alternano infatti con disarmante facilità acidi scream (direi che Angela Gossow è stata facilmente raggiunta; l'impatto è sconvolgente e causa spesso e volentieri pelle d'oca!), cavernosi growl, misteriosi passaggi recitati e sporadiche parti di clean vocals, che in verità sono quelle meno eccelse nella varietà di stili utilizzati. Supportata da una sezione ritmica precisa, l'altra assoluta protagonista del platter è la tastiera di Alexandros, onnipresente ed autrice di suoni sinfonici debitrici nei confronti dei più famosi act del symphonic black metal ma sempre ispirati ed esuberanti. Inoltre, rispetto alla prolissità di certe uscite della band di Dani Filth, troviamo in quest'album niente di meno che un lotto di sette canzoni che sanno coinvolgere secondo dopo secondo, minuto dopo minuto; imprevedibili in alcuni momenti, emozionanti in altri, spaventose quando Ae dà il meglio di se stessa. Non vengono disdegnati nemmeno passaggi solistici, molto tecnici ed emozionanti quelli della chitarra, variegati, atmosferici ed esoterici quelli della tastiera.

I brani sono piuttosto dissimili tra loro; le prime tre tracce (l'egiziana "The whim of Rha", l'accattivante e maliziosa "Invisible queen" e la violenta "The vice") sono maligne e feroci ma non per questo basate su una cattiveria asettica e fine a se stesa e comunque sempre accattivanti, mentre la successiva "The beast within" è una semi-ballad dal tocco disperato e romantico, ma scordatevi la stereotipia delle ballad di alcune band più famose, qui le chitarre sono sempre in agguato e grondanti di sangue. Potremmo dunque, senza problemi, definire la canzone in questione una "black metal ballad", sebbene come definizione possa risultare campata per aria. "My moment is eternity" è un intermezzo sinfonico totalmente sorretto dalla tastiera e dalla voce di Ae, recitante oscuri e metaforici versi. Interviene poi "Soul's vibration" a spazzare la pacatezza delle due tracce precedenti, nonostante i tasti di Alexandros emanino costantemente note cristalline e frizzanti. La canzone in questione, grazie anche a delle chitarre più moderne rispetto agli standard degli altri brani, è quella più convincente del lotto. Spetta poi alla conclusiva "Lights in the abyss" riunire in poco più di sette minuti tutte le componenti del sound degli Amethista.

Molti detrattori non hanno amato il loro stile, ma io sono rimasto entusiasmato dalla sincerità di questo debutto che vive di luce propria e non ha vergogna nel dimostrarsi esuberante e sfacciato. Tirando le somme, vale la pena dire che in questo lavoro la chiara derivazione dello stile compositivo è stata velata da una padronanza strumentale impeccabile, grazie alla quale non sono stati propinati agli ascoltatori episodi riempitivi, o cover inascoltabili (vogliamo ricordare "Temptation" nell'ultimo album dei Cradle Of Filth?). Continuando su questa strada, e magari guadagnando un po' di personalità grazie alle sempre più numerose esibizioni ed alla crescita artistica di questa neonata band, potremmo ritrovarci in un futuro a parlare ancora meglio degli Amethista.
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